Tutto il contrario di tutto

DiVitalba Tanzarella

Giu 18, 2024

A differenza di tante altre discipline il pugilato è fondamentalmente uno sport individuale, eppure è molto più comune trovare rispetto tra compagni di boxe, che tra atleti di sport di squadra dove l’unione ed il sostegno dovrebbe far la forza. Quella del pugile, del PUGILE VERO e non di chi si fa chiamare tale senza esserlo sul serio, la fa il proprio gran cuore ed il suo animo nobile.

E nobile e rispettoso è anche l’atteggiamento che ha nei confronti dell’avversario, del suo “acerrimo nemico”, un fair play che regna sovrano. Si può osservare infatti una percentuale elevatissima di gioco corretto ed umanità, tanta considerazione. Nata dentro un ring o sul suo bordo e, spesso e volentieri, portata al di fuori fino a sfociare anche in vere e proprie grandi belle amicizie.

Sia chiaro, questa non è retorica, né si vuole e neanche si deve fare di tutta l’erba un fascio, perché come in tutte le cose ci sono sempre casi e casi, persone e persone. Ma si tratta di un aspetto forse a volte sottovalutato da chi non conosce questo mondo, da chi si ferma il più delle volte alla mera definizione del termine “pugilato” trovato sul dizionario. Così facendo scopre che esso “è uno sport in cui due atleti lottano uno contro l’altro, in cui vince chi supera o atterra l’avversario”. O addirittura nel senso più esteso del termine, ma ancor più breve, conciso e poco esplicativo, che è uno “scambio violento di pugni”, ma tutto invece, alla fine di un match, è il contrario di tutto. Quanto meno per chi non si ferma all’apparenza.

Certo il verdetto sul ring decreta il vincitore secondo le regole del gioco: lo scopo è quello, mettere in palio qualcosa di concreto, che sia una medaglia di poco conto o che sia una cintura importante, che sia per un titolo di campione del quartiere o dell’intero mondo.

Ma il bello della boxe e ciò che più affascina di questo sport è vedere la vera vittoria, quella dei valori, che va al di là delle abilità “tecniche” e dell’ovvietà del risultato. Vince realmente non chi supera l’avversario ma chi nonostante l’abbia fatto resta umile, umano e rispettoso nei confronti di chi ha di fronte. Non ci saranno mai veri vinti su di un ring finché la lealtà la farà da padrone! 

Non a caso è chiamata noble art. Perchè semina il coraggio, la forza e il sacrificio, coltiva la tecnica ed il carattere, ma soprattutto premia i protagonisti dal cuore nobile. Qualcosa che dovrebbe essere d’esempio per l’atteggiamento di ognuno di noi tutti i giorni. Un bellissimo insegnamento di vita, una gran morale della favola. 

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