Il nostro viaggio nel mondo affascinante dei “fantasy match” di pugilato prosegue con il confronto tra due dei migliori superleggeri degli ultimi decenni. Da una parte il tambureggiante picchiatore di Manchester Ricky “Hitman” Hatton, dall’altra il talentuoso americano Timothy “Desert Storm” Bradley. Chi avrebbe vinto se si fossero affrontati al meglio delle loro possibilità? Ce lo chiediamo nella nostra puntata di oggi!
Ricky Hatton: l’artista del colpo al fegato, più forte di quanto sembrava
Il popolarissimo pugile di Manchester, i cui tifosi lo adoravano a tal punto da seguirlo fino in capo al mondo per supportarlo dal vivo durante i suoi combattimenti, aveva uno stile che piaceva poco ai “puristi”. Grande amante della corta distanza, Hatton si catapultava addosso ai suoi avversari senza troppe cerimonie e dava vita a sfibranti battaglie corpo a corpo nel corso delle quali le sue qualità fisiche risaltavano agli occhi degli spettatori molto più di quelle tecniche. Sarebbe tuttavia un grosso errore pensare che l’inglese fosse un pugile rozzo e privo di classe. Chi ne è convinto farebbe bene a rivedere il match del 2007 tra Hatton e il colombiano Juan Urango, un picchiatore fisicamente possente, contraddistinto da collo taurino e da mani pesanti come badili. Trovatosi di fronte a un rivale assai difficile da piegare con la sola forza, Ricky diede vita a un performance brillante basata su colpi veloci, controllo della distanza e grande scelta di tempo. Il miglior colpo dell’inglese, suo autentico marchio di fabbrica, era il montante sinistro al fegato che portava con destrezza, precisione e straordinaria efficacia, tanto da garantirgli un gran numero di KO.
Timothy Bradley: braccia velocissime e cuore infinito
Durante i primi anni della sua carriera professionistica, quando era ancora un semplice prospect dal futuro molto promettente, Bradley sì costruì la fama di essere un buon picchiatore. Ciò era dovuto al suo stile offensivo combinato con la resistenza non trascendentale dei suoi primi avversari. Al crescere della posta in palio tuttavia, la percentuale di KO di Desert Storm è sensibilmente calata, evidenziando che la sua potenza ai massimi livelli mondiali non era tra le più devastanti. Nondimeno il pugile americano sopperiva a questa parziale lacuna con una velocità di braccia stupefacente e con notevolissime doti di recupero: anche quando veniva scosso o atterrato, Bradley trovava il modo di rimettersi in carreggiata con istinto di sopravvivenza e tanto cuore. Proprio la sua grande generosità talvolta gli ha causato qualche problema, come quando ha affrontato il terribile picchiatore russo Ruslan Providnikov: Bradley avrebbe potuto batterlo agevolmente standogli alla larga ma non resistette alla tentazione di scambiare a viso aperto e rischiò la debacle.
Ricky Hatton vs Timothy Bradley: il fantasy match!
Categoria: pesi superleggeri. Round previsti: 12.
Per quanto in alcuni casi Bradley sia riuscito a interpretare bene il ruolo di outfigher, è piuttosto inverosimile che l’irruenza degli attacchi forsennati di Hatton gli avrebbe permesso questo lusso. Molto probabilmente, di fronte alla pressione asfissiante dell’inglese, Desert Storm avrebbe accettato di buon grado la battaglia ravvicinata dando vita a un match intenso, a tratti anche confusionario, con i due pugili intenzionati a usare una porzione estremamente limitata dello spazio disponibile sul ring.
Abituato a ridurre allo stremo i suoi avversari nel corso di interminabili corpo a corpo, schiacciandoli contro le corde e liberando ora l’una ora l’altra mano dal clinch per colpire, Hatton avrebbe trovato questa volta pane per i suoi denti. Bradley era infatti a sua volta un profondo conoscitore dei trucchi del mestiere della boxe ravvicinata e certamente li avrebbe usati tutti, insieme alla sua forza erculea, per rendere vani gli sforzi offensivi del rivale. In questo scenario, che avrebbe costretto l’arbitro a fare i salti mortali per non farsi sfuggire di mano la situazione, è opinione di chi vi scrive che sarebbe stato Desert Storm a portarsi in vantaggio ai punti in virtù della sua miglior difesa e della velocità di braccia superiore che, pur in un match estremamente caotico, gli avrebbero consentito di andare a segno con maggiore frequenza.
Anche se consapevole di essere in svantaggio e anche se condizionato da probabili ferite al volto che in una sfida testa contro testa sarebbero state un’eventualità non certo inverosimile, Hatton avrebbe continuato a lottare come un leone, sostenuto e incoraggiato dai suoi tanti tifosi giramondo. Dato che Bradley in carriera si è più volte reso protagonista di distrazioni e imprudenze, gli sforzi indomiti di Hitman di ribaltare la situazione avrebbero senz’altro potuto essere premiati da un knock down, magari in conseguenza dì un montante al corpo o di un gancio sinistro alla mandibola.
A quel punto Hatton avrebbe dato il tutto per tutto, dando fondo a enormi quantità di energia per cercare il KO. Bradley però ha dimostrato in carriera di sapersi riprendere da situazioni drammatiche anche contro pugili più letali e pericolosi rispetto al picchiatore inglese e sarebbe quindi riuscito molto probabilmente ad attraversare indenne la tempesta per poi riprendere il comando nelle riprese finali, approfittando della stanchezza del suo coraggioso avversario.
Fanta-pronostico: il match avrebbe assunto ben presto le sembianze di una guerra ravvicinata, con svariate fasi di clinch e molteplici interventi arbitrali. Bradley si sarebbe avvantaggiato grazie alla sua maggior qualità ma avrebbe commesso prima o poi un errore finendo al tappeto. L’americano sarebbe comunque riuscito a riprendersi chiudendo il match in crescendo. Risultato: Timothy Bradley vincitore per decisione unanime dei giudici con circa tre punti di margine.