Resoconto da bordo ring – San Bonifacio (VR)
Oltre ai due match principali di cui vi abbiamo proposto il resoconto, la riunione “Gloves Of Glory III” organizzata al PalaFerroli di San Bonifacio (VR) dall’Italian Ringside Promotion di Riccardo Bizzo ha offerto al suo pubblico altri tre combattimenti professionistici che si sono rivelati emozionanti e non privi di sorprese. Di seguito il nostro resoconto delle sfide del sottoclou.
Mehmed Dedovic batte Kushtrim Rudi per abbandono al quarto round
Esordio amaro nel professionismo per Kushtrim Rudi, pupillo dell’ex pugile professionista Luca Chiancone che ieri sera lo seguiva e lo incitava da vicino. Il primo round ha visto un certo equilibrio tra i due pugili, ma il volume di colpi superiore e la maggiore aggressività di Dedovic davano già la sensazione che il bosniaco avesse una marcia in più.
Sensazione confermata da quanto accaduto nella seconda ripresa, in cui Rudi, costantemente pressato dal rivale, ha fatto fatica nel rispondere con efficacia ed è stato atterrato nel finale da un terribile gancio destro alla tempia mentre tentava di scambiare da vicino.
Un terzo round dominato in lungo e in largo da Dedovic, sempre più determinato nell’esercitare il suo pressing per portare allo sfinimento un Rudi visibilmente provato, ha convinto l’angolo del pugile esordiente a sottrarlo da quella che sarebbe diventata una punizione troppo pesante. All’inizio della quarta ripresa quindi Rudi non è uscito dal suo angolo e Dedovic, alla seconda vittoria da pro su altrettanti match, ha potuto iniziare i festeggiamenti.
Kuadio Gianni Ted Doria Yao batte Nikola Ivkovic ai punti in sei round
Test valido e impegnativo per il giovane in ascesa Doria Yao, che ha vinto con merito ma non ha di certo fatto una passeggiata di salute, poiché il collaudatore Ivkovic è salito sul ring col chiaro intento di guadagnarsi la borsa con pieno merito e ha anche tentato di far saltare il banco.
Doria Yao si è fatto chiaramente preferire nelle riprese iniziali in virtù della maggior velocità ed esplosività dei suoi fendenti. Il pugile vicentino ha dato sensazioni migliori quando ha lavorato in scioltezza rimanendo composto e scegliendo traiettorie interne. Meno bene nelle fasi “selvagge” in cui ha cercava il KO dando vita a scambi piuttosto caotici.
Ivkovic è stato piuttosto ingenuo nel vanificare il buon lavoro che aveva svolto nel corso del terzo round restando a mani basse davanti al rivale negli ultimi secondi della ripresa che lo hanno visto incassare diverai colpi puliti in rapida successione. Doria Yao è quindi riuscito a mantenere il controllo della sfida fino al termine della quarta ripresa, pur dovendo sudarsi le riprese senza sconti.
Il pugile di casa ha evidenziato un po’ di stanchezza nei due round finali, subendo anche una penalità per uso eccessivo del clinch e concedendo troppo spazio agli attacchi volitivi del suo avversario che dopo il suono della campana finale ha esultato nella convinzione di essersi aggiudicato la vittoria. Giusto invece il verdetto che ha premiato Doria Yao, per quanto quest’ultimo si sia imposto di stretta misura.
Michele Ogliari batte Stefano Capone per KO tecnico al terzo round
Zero tatticismi in questo scontro ad alta tensione tra pesi massimi dal pugno pesante. Capone ha iniziato la sfida con grande impeto scaraventandosi all’attacco e costringendo Ogliari a legare in più di un’occasione per evitare il peggio. Tra pugili così pesanti tuttavia basta un solo colpo per capovolgere completamente le sorti di un incontro ed è esattamente ciò che è successo ieri.
Un destro alla tempia messo a segno da Ogliari ha infatti destabilizzato completamente Capone lasciandolo in balia dei colpi successivi del rivale prima di essere salvato dalla campana. “The Shark” ha cercato coraggiosamente di rimettersi in carreggiata nel corso del secondo round, ma la sua tendenza ad attaccare senza proteggersi in maniera adeguata lo ha esposto a una punizione pesantissima.
Dopo aver dominato la seconda frazione colpendo a piacimento dalla lunga distanza, Ogliari ha chiuso i giochi nel corso del terzo round, quando una sua combinazione prolungata ha indotto Capone, in chiaro stato confusionale, ad alzare un braccio per segnalare il momento di grave difficoltà all’arbitro. Il lancio dell’asciugamano da parte dell’angolo e lo stop arbitrale sono giunti praticamente in contemporanea.
Grande gioia per Michele Ogliari che ieri ha messo a segno il quarto KO in cinque match disputati da professionista, un dato che dimostra in modo eloquente la notevole pericolosità dei suoi fendenti.
