Sfida a senso unico nel main event della riunione organizzata ieri da Mario Loreni a Sequals: Samuel Nmomah (20-0-0, 5 KO) ha avuto facilmente la meglio sull’ucraino Oleksandr Shytyi (8-2-2, 3 KO) dominando gran parte dei dieci round previsti e conservando così la sua imbattibilità. Il match era valido per il titolo Internazionale Silver della WBC dei pesi medi. Questi i cartellini ufficiali letti al termine del combattimento: 100 a 90, 99 a 91 e 98 a 92, tutti in favore del vincitore.
L’illusione che il match potesse risultare equilibrato è durata appena tre minuti. La prima ripresa infatti ha visto i due pugili muoversi agilmente sul quadrato e scambiare colpi rapidi e poco caricati, senza che nessuno dei due evidenziasse una chiara supremazia. Si è trattato però soltanto del classico round di studio, terminato il quale Nmomah ha cambiato registro facendo valere la maggior consistenza dei suoi colpi. Shytyi ha sentito in modo abbastanza nitido almeno due destri nel corso del secondo round e da quel momento in poi non ha fatto altro che operare un pressing poco convinto venendo gestito senza affanni.
Nmomah, opposto a un rivale del tutto privo della potenza necessaria per impensierirlo, ha boxato con grande tranquillità e naturalezza, portando a casa un round dopo l’altro ed evidenziando tra le altre cose un’ottima varietà di colpi. Particolarmente bello il montante sinistro corto che più volte l’atleta di origini nigeriane ha stampato sul mento dell’avversario; altrettanto lodevole il lavoro al corpo eseguito con regolarità ed efficacia.
Shytyi ha avuto un sussulto d’orgoglio alla fine del sesto round, quando è riuscito a chiudere per un attimo il campione all’angolo andando a segno con un buon destro e con una successiva combinazione di colpi, ma Nmomah si è vendicato con gli interessi dominando la settima ripresa, una delle più dure dell’intero match per l’ucraino. Il campione ha continuato a gestire i ritmi a suo piacimento, dando l’impressione di accelerare in maniera più decisa ogni volta che Shytyi si azzardava a farsi troppo intraprendente, quasi a volerlo dissuadere da qualsiasi intenzione bellicosa.
Il decimo e ultimo round, in cui Nmomah si è limitato a muoversi in circolo senza più accettare gli scambi in virtù della chiara consapevolezza di essere in largo vantaggio, è terminato senza sussulti con la parola che è passata ai giudici. Gli scarti molto larghi nei punteggi riflettono correttamente la chiara superiore del pugile di casa che a giudizio di chi vi scrive ha vinto i primi nove round lasciando al rivale soltanto l’ultima tornata.
Ora per Nmomah, che a 27 anni e dopo 20 combattimenti da professionista sembra aver raggiunto la piena maturità come atleta, potrebbe essere arrivato il momento di alzare l’asticella. Per un ulteriore salto di qualità sarebbe forse opportuno un test contro un pugile di pressione, uno di quelli capaci di sviluppare un workrate molto alto e un pressing incessante. Troppi pugili italiani infatti, quando arrivano agli appuntamenti importanti, vanno in crisi al cospetto di avversari che li costringono a lavorare senza sosta e non gli lasciano il tempo e lo spazio per riflettere e prendere fiato. Nmomah nei suoi ultimi match è stato sempre il padrone assoluto dei ritmi, abbassandoli e alzandoli a suo piacimento e prendendosi all’occorrenza delle pause tra una fase concitata e l’altra. Ora è arrivato il momento di scoprire se il suo rendimento si manterrà eccellente quando non potrà più permettersi di alzare il piede dall’acceleratore.