Al Centre Videotron di Quebec City, in Canada, l’italiano Guido “The Gladiator” Vianello (13-2-1, 11 KO) ha realizzato un vero e proprio capolavoro dominando in lungo e in largo il russo Arslanbek “Lion” Makhmudov (19-2-0, 18 KO) e imponendosi per KO tecnico all’inizio dell’ottavo round. Dopo la splendida prova offerta quattro mesi fa contro Efe Ajagba, questo successo, giunto in barba alle quote sfavorevoli degli allibratori, certifica ulteriormente la crescita vertiginosa del peso massimo di Roma che ora può legittimamente sognare in grande.
Fin dal primo round, piuttosto equilibrato, è emersa la differenza di approccio tra i due pugili. Mentre Makhmudov, decisamente più statico, cercava insistentemente il colpo pesante, Vianello puntava tutto sulla velocità di esecuzione muovendosi agilmente sulle gambe e azionando improvvisamente le sue rapide combinazioni al momento giusto.
La seconda e la terza ripresa hanno tuttavia dimostrato che oltre alla velocità il Gladiator disponeva anche della potenza necessaria per mettere in crisi il gigante russo. All’inizio di entrambi i round infatti, Makhmudov è stato sorpreso da un colpo a centro ring ed è arretrato precipitosamente verso le corde, dando la netta sensazione di essere in difficoltà. I diretti destri di Vianello in particolare sono stati un vero e proprio incubo per il Lion, il cui occhio sinistro ha iniziato molto presto a portare i segni del bombardamento in corso.
Dopo una quarta ripresa contraddistinta dagli attacchi disperati e confusionari di Makhmudov, tutti disinnescati da Vianello, abile nel mandarlo sistematicamente a vuoto per poi rientrare con i suoi colpi, è entrato in scena il medico di riunione, destinato a un ruolo da protagonista nelle successive tre riprese. Il dottore è stato infatti coinvolto per la prima volta dall’arbitro Albert Padulo Jr all’inizio del quinto round per esaminare l’occhio di Makhmudov, ormai completamente chiuso, ma anziché sincerarsi della vista del pugile con un esame obiettivo, si è limitato a scambiare con lui qualche parola per poi consentirgli di continuare a combattere.
Il comportamento inusuale e francamente discutibile del medico è proseguito nel corso del successivo minuto di pausa, quando si è avvicinato all’angolo del pugile russo e ha dato la netta impressione, per quanto si possa intuire dalle immagini, di comunicare a lui e al suo team che gli avrebbe concesso soltanto un’altra ripresa. Un episodio che ci fa tornare con la memoria ai tempi dello storico “one more round” di Rocky Marciano, che sanguinando copiosamente dal naso riuscì a mettere KO il fortissimo Ezzard Charles nel corso degli ultimi tre minuti che l’arbitro era disposto a concedergli. Aneddoti destinati a restare nella storia ma che non dovrebbero ripetersi nel pugilato moderno, in cui un medico dovrebbe limitarsi a vagliare le condizioni di salute dei pugili in tempo reale, senza azzardare previsioni su quanti round siano ancora in grado di sostenere.
Sia come sia, Makhmudov è stato autorizzato a disputare altri due round in cui ha subito una punizione pesantissima. Il russo, palesemente cieco da un occhio, ha cercato con estremo coraggio di ribaltare una situazione ormai compromessa ma i colpi di Vianello piovevano su di lui da ogni direzione con effetti micidiali. Nel corso della settima ripresa il pugile italiano ha siglato persino un knock down, costringendo il rivale a toccare il tappeto con entrambi i guantoni dopo averlo colpito duramente a centro ring, ma l’arbitro non se n’è avveduto e non ha effettuato il conteggio.
All’inizio dell’ottava ripresa il massacro è finalmente stato interrotto ma persino in questa circostanza l’operato del medico di riunione ha destato perplessità: egli si è infatti avvicinato preventivamente all’angolo di Makhmudov, quasi come se volesse chiedere il permesso di procedere con lo stop, e soltanto in seguito a un breve conciliabolo con il team del russo è tornato nella sua postazione per esaminare il pugile e comunicare all’arbitro la decisione finale.
Ciò a cui abbiamo assistito non è stato edificante. Makhmudov non era più in grado di combattere in condizioni di sicurezza per la sua salute già dalla fine del quarto round e tutti i colpi pesanti che è stato costretto a subire nei minuti successivi senza neppure vederli arrivare dovevano essergli risparmiati. Angolo del pugile, medico e arbitro non hanno agito in maniera corretta ed è importante sottolineare che questo modus operandi può avere conseguenze molto serie e deve essere biasimato in maniera ferma e decisa da chi scrive di pugilato.
Le controversie sul ritardo con cui lo sconfitto è stato fermato non devono tuttavia mettere in ombra la performance maiuscola del vincitore, che ha disputato un match davvero superlativo. Oltre all’ottima velocità di gambe e di braccia già evidenziata nel corso delle ultime apparizioni, Vianello ha mostrato miglioramenti significativi nell’uso dei colpi interni. Il suo destro, che spesso in passato seguiva traiettorie larghe e che talvolta impattava con l’interno del guantone a discapito dell’efficacia, stavolta è stato assolutamente determinante per la vittoria.
A 30 anni esatti, il pugile italiano sembra aver raggiunto la piena maturità sportiva, ma potrebbe non essere ancora arrivato all’apice della sua traiettoria. La grande determinazione e la voglia di imparare dimostrata ripetutamente sin da quando decise di lasciare l’Italia per farsi strada negli Stati Uniti sono le sue armi vincenti e la speranza di tutti gli appassionati italiani è che possano condurlo a coronare il suo sogno e battersi un giorno per il titolo mondiale.