Il magico mondo dei fanatici di Mike Tyson

DiMario Salomone

Nov 21, 2024 #Tyson

Giornalisti di lungo corso dei principali siti internazionali di informazione sul pugilato, scrittori di boxe di fama mondiale, allenatori di vertice, gente che Mike Tyson lo ha visto e raccontato dal vivo ai tempi del suo apice: tutti concordano nell’interpretare Paul vs Tyson come un incontro privo di combine. Un match triste e per certi versi grottesco in cui un ex campione di quasi sessant’anni ha dato tutto quel poco che poteva dare nei primi due round prima di finire la benzina ed essere graziato da un Paul fortunatamente restio all’idea di commettere un omicidio. Gli agguerriti e indomabili fanatici di Mike Tyson tuttavia non ci credono e da giorni urlano al complotto. A loro è dedicato questo articolo: una bonaria presa in giro nei confronti di chi in età adulta crede ancora nei supereroi.

Nel magico mondo dei fanatici di Mike Tyson, se nella storia della boxe ci sono stati (pochissimi) esponenti capaci di offrire performance di alto livello oltre i 45 anni di età, vuol dire che lo si può fare anche sulle soglie dei 60. Il fatto che tali esponenti avessero condotto una vita quasi monastica, contraddistinta da professionalità ferrea, senza mai cessare di allenarsi, naturalmente non è meritevole di attenzione.

Nel magico mondo dei fanatici di Mike Tyson, guardando un’esibizione tra due ex pugili anziani (Mike Tyson vs Roy Jones) in cui è espressamente vietato dal regolamento caricare i colpi, è possibile stabilire con certezza il livello atletico dei due pugili e trarne indicazioni precisissime su ciò che sarebbero in grado di fare in un match regolare.

Nel magico mondo dei fanatici di Mike Tyson, se Iron Mike ha offerto quella performance contro Jones quattro anni fa, deve senz’altro essere in grado di replicarla oggi. Il fatto che nel frattempo sia passato da 54 a 58 anni e il fatto che in questo lasso di tempo abbia subito infiammazioni al nervo sciatico talmente acute da costringerlo temporaneamente in sedia a rotelle e un’ulcera che gli ha fatto vomitare sangue, sono aneddoti del tutto irrilevanti in questo contesto.

Nel magico mondo dei fanatici di Mike Tyson, brevissimi video tratti dagli allenamenti di un pugile in cui lo si vede bersagliare con forza bruta il sacco o i colpitori del maestro sono estremamente indicativi del suo stato di forma. Non si pongono domande su quanto tempo sia servito a Mike per recuperare fiato tra un’azione e l’altra, non notano che l’inquadratura è scelta ad hoc per impressionare lo spettatore, non riflettono su quanto sia più semplice colpire un bersaglio fermo rispetto a un avversario in movimento.

Nel magico mondo dei fanatici di Mike Tyson, Jake Paul è l’equivalente di un uomo scelto a caso mentre portava a spasso il cane e catapultato sul ring senza la più vaga idea di cosa fare lì. I cinque anni trascorsi allenandosi in maniera intensiva, seguito da tecnici e preparatori atletici di altissimo livello e l’esperienza maturata negli incontri precedenti non contano nulla: lui resta uno “YouTuber” e in quanto tale non potrebbe battere un ex pugile nemmeno se quest’ultimo avesse l’età di Matusalemme.

Nel mondo dei fanatici di Mike Tyson, se Iron Mike nei primi due round non ha fatto partire colpi che sembravano pronti a esplodere o se ha interrotto il movimento del braccio dopo averlo iniziato, vuol dire che si è venduto l’incontro e che non voleva siglare il KO. Il fatto che i pugili a fine carriera perdano tempismo, colpo d’occhio, reattività e riflessi necessari per azionare le braccia al momento giusto è un dettaglio secondario e l’idea che Tyson possa aver rinunciato a portare un destro per essersi accorto all’ultimo momento di non essere nel range giusto per andare a segno va ben oltre la loro comprensione.

Nel magico mondo dei fanatici di Mike Tyson, schivare fa consumare più energie che colpire, quindi se Tyson ha trascorso gli ultimi cinque round del match schivando colpi a ripetizione, vuol dire che volendo avrebbe potuto fiondarsi all’attacco. Che quei “colpi” fossero poco più che buffetti portati da un Paul compassionevole al solo fine di aggiudicarsi le riprese non è un’ipotesi contemplabile.

Nel magico mondo dei fanatici di Mike Tyson, il terzo round di Paul vs Tyson non è mai esistito. Ci sono stati solo i primi due round, in cui Mike attaccava, e gli ultimi cinque, in cui Mike vegetava. L’unico round in cui Paul ha impresso un minimo di pepe nei suoi pugni mostrando al mondo che Tyson non li vedeva nemmeno partire e strabuzzava gli occhi dopo ogni impatto con l’espressione di chi non sa cosa gli stia capitando è scomparso dalla loro memoria.

Nel magico mondo dei fanatici di Mike Tyson, c’era una clausola segreta nei contratti che obbligava Mike ad andarci piano, perché un eventuale vittoria per KO lo avrebbe privato di buona parte della borsa pattuita. Poco importa che una clausola del genere non avrebbe mai passato il vaglio della commissione atletica, che verrebbe giudicata illegale persino a Paperopoli e che qualunque giudice di questo mondo sarebbe scoppiato a ridere in faccia a chi avesse chiesto indietro il denaro incassato da Tyson sulla base di questo fantomatico accordo.

Nel magico mondo dei fanatici di Mike Tyson, quando un giorno, speriamo lontanissimo nel tempo, Iron Mike passerà a miglior vita, sarà ancora troppo presto per dire che è un pugile finito. Potrebbe infatti riemergere dal sottosuolo bucando il terreno col suo pugno, ergersi nuovamente in piedi, sfidare il campione del mondo dei pesi massimi in carica e riprendersi quella cintura che gli spetta di diritto.

2 commenti su “Il magico mondo dei fanatici di Mike Tyson”
  1. Condivisibile, in toto.
    La fede dei fan di Tyson dovrebbe essere oggetto di uno studio sociologico, altro che Maradona. Sicuramente innocua rispetto ai terrapiattisti e analfabeti funzionali vari, ma altrettanto sorprendente; ti ritrovi l’amico farmacista sessantenne, persona assennata e moderata nei giudizi che proprio non ammette che Iron (già bollito vent’anni fa) possa perdere un match

  2. Ah, dimenticavo: sono in ottima compagnia, visto che affermati cronisti avvallano questa tesi, molto probabilmente per ingraziarsi il popolino (almeno spero, altrimenti sarebbero affermati cronisti incompetenti)

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