Le proposte utopistiche di Andrea Sarritzu per il prossimo Presidente federale

Il quadriennio Olimpico è finito e si va verso l’elezione del nuovo Presidente della Federazione Pugilistica Italiana. Cosa si può fare per migliorare? Come riportare la boxe italiana in alto sia nel dilettantismo che nel professionismo? Non ho preferenze specifiche per uno dei candidati, ma di sicuro il nuovo Presidente avrà molto da lavorare. In primis perché, visto il pessimo risultato ottenuto alle olimpiadi di Parigi, le risorse economiche elargite dal Coni saranno minori; e poi perché il nuovo consiglio federale si troverà a dover ricostruire l’intero assetto tecnico della Nazionale, con la speranza di rimpinguare le casse federali con qualche ricavo nel prossimo quadriennio.

1) Collaborare con le scuole per avvicinare i bambini alla boxe

A mio parere si deve cominciare dal coltivare i talenti dei bambini. Coloro che si avvicinano alla boxe dovrebbero farlo tra i 7 e gli 8 anni: occorrerebbe cercare una collaborazione con le scuole elementari e medie, formare personale che possa insegnare una volta a settimana durante l’ora di Educazione Fisica, facendo svolgere a bambini e ragazzi una sessione di allenamento (preparazione atletica) senza esagerare con il ritmo e senza far indossare i guanti, in modo da portare la boxe nelle scuole in modo giocoso e naturale. Le persone preposte ad insegnare dovranno avere tutte le caratteristiche utili a formare un bambino sulla prepugilistica. Su tutto ciò dovrà avere un ruolo importante il Presidente del Comitato Regionale, deputato a trovare gli spazi e gli accordi con gli appositi enti. Idea forse utopistica ma tutto sommato proponibile.

2) Istituire un torneo tra le regioni italiane

I Comitati Regionali dovranno scontrarsi più spesso. Ciascuno di loro dovrà formare una squadra di pugili che potrà variare nel tempo, ma sempre che dovrà essere sempre la migliore e con tale squadra fare un giro totale di scontri con tutte le altre regioni, acquisendo in tal modo dei punti. A fine anno le quattro regioni col punteggio più alto dovranno sfidarsi in due semifinali e una finale, in modo da stabilire la “regione campione d’Italia”. Gli atleti partecipanti totalizzeranno a loro volta punti personali e quindi ogni regione potrà portare il suo migliore atleta a conseguire, sempre tramite torneo, il titolo italiano. Formula complessa, ma attuabile.

3) Istituire la figura del consulente di marketing per ogni Comitato Regionale

I Comitati Regionali dovranno essere liberi di cercare sponsorizzazioni in modo da programmare il maggior numero di manifestazioni possibile. Dovranno dotarsi di un consulente di marketing che possa trovare soluzioni tramite incentivi pubblicitari per valorizzare la boxe. Nello stesso tempo ogni Comitato dovrà avere un centro in cui poter formare la miglior squadra possibile, in modo che si possa combattere più spesso anche in regione.

4) Porre un limite alle partecipazioni olimpiche degli atleti

Non cambierei i meccanismi di passaggio dal dilettantismo al professionismo. È giusto che ogni atleta abbia la possibilità di boxare come professionista e che chi non desidera effettuare il passaggio nei pro non sia tenuto a farlo. Ma chi ambisce a un posto fisso in Nazionale non dovrebbe poter fare più di 2 Olimpiadi.

5) Valorizzare la figura del procuratore dei pugili

Coloro che gestiscono i professionisti sul piano manageriale, che sono il più delle volte i maestri stessi del pugile, dovranno affiancarsi a un procuratore di eccellenza, facendo in modo che l’atleta abbia la possibilità reale di monetizzare fin dal dilettantismo. Ci sarà chi da dilettante non diventerà un fenomeno, ma da professionista potrà magari realizzare un piccolo sogno; altri si guadagneranno la possibilità di diventare atleti di punta nella Nazionale per propria scelta; altri ancora cercheranno di diventare le nuove stelle del pugilato a livello mondiale.

6) Curare con particolare attenzione la boxe amatoriale

Un aspetto fondamentale a cui prestare la massima attenzione è quello legato alla boxe amatoriale, che oggi è in forte crescita. Coloro che seguono gli amatori dovranno affiancarsi a chi gestisce il pugilato agonistico per individuare più atleti possibili da portare progressivamente verso l’agonismo.

7) Incentivare le singole palestre a dotarsi di un consigliere deputato a reperire risorse

Ogni palestra d’Italia si rimbocchi le maniche ed inserisca nella sua società uno o più ragazzi che si occupino di trovare risorse economiche e divulgare la boxe. Tale persona sarà qualificata come “consigliere societario”, così da essere tesserato per il suo ruolo. Il Comitato acquisirà un’affiliazione in più e il conseguente introito e darà una licenza attraverso il superamento di un esame. Questa iniziativa è già stata sperimentata dalla Federazione, ma nel modo sbagliato, poiché si è pensato soltanto agli atleti di punta senza preoccuparsi del ricambio generazionale. La figura del “consulente marketing pubblicitario” servirebbe a tutto il pugilato italiano, regione per regione, palestra per palestra. Diranno : “Costa!”, ma non è vero, perché sarebbe lui stesso a trovare le risorse.

Questi sono i miei umili pensieri per poter dare speranze e futuro a ogni singolo ragazzo che entra nel mondo della Nobile Arte.

2 commenti su “Le proposte utopistiche di Andrea Sarritzu per il prossimo Presidente federale”
  1. Puntuale ogni giovedì leggo volentieri questa rubrica 🥊 interessante in special modo la proposta di inserire un consulente marketing 👍

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