Doveva essere il ritorno sul trono da parte dell’australiano Tim Tszyu in vista di importanti scontri al vertice con gli altri esponenti di spicco della categoria dei superwelter e invece si è rivelato il trionfo di Bakhram Murtazaliev, la cui vittoria era pagata 5,5 volte la posta dagli allibratori! Al Caribe Royale Orlando, Murtazaliev ha distrutto Tszyu in tre round, infliggendogli ben quattro atterramenti e conservando così il titolo mondiale IBF dei superwelter. Una vittoria tanto sorprendente quanto schiacciante che proietta il pugile russo verso nuovi traguardi prestigiosi.
In sede di analisi avevamo pronosticato un approccio al match cauto e prudente da parte di Tim Tszyu per due motivi fondamentali. In primis, la nota pericolosità dei fendenti di Murtazaliev, dai quali sarebbe stato saggio girare al largo almeno per un certo numero di riprese; in secondo luogo, la logorante battaglia campale sostenuta da Tszyu meno di sette mesi fa contro Sebastian Fundora, che poteva aver lasciato scorie nel suo fisico.
Contrariamente alle nostre aspettative, l’australiano ha dato l’impressione di non aver alcun timore reverenziale, premendo col piede sull’acceleratore fin dal primo suono del gong e cercando di costringere sulla difensiva il campione. Murtazaliev, dal canto suo, non si è fatto intimorire e ha reagito con improvvisi e temibili diretti destri di prima intenzione.
Se il destro è stato il miglior colpo del russo nel corso della prima frazione, il sinistro è quello che gli ha aperto la strada verso la vittoria nella seconda. Tszyu è infatti incappato in un perfetto gancio sinistro del rivale mentre si avventurava in un imprudente scambio ravvicinato, ritrovandosi al tappeto.
All’australiano era capitata una disavventura simile nel primo round della sua prima trasferta statunitense, ma quella volta la sua “resurrezione” era stata agevolata dal fatto di avere di fronte un pugile non particolarmente letale come Terrell Gausha.
Murtazliev al contrario ha subito fiutato l’odore del sangue avventandosi contro la sua preda e infliggendogli un secondo atterramento con un uno-due eseguito in maniera invertita: diretto destro rapido seguito da un violento diretto sinistro. Un’azione tipica della scuola pugilistica russa che tante volte abbiamo visto mettere in pratica dal talentuoso mediomassimo Sergey Kovalev nei suoi anni migliori.
Stordito per via dei due knock down, Tszyu ha cercato faticosamente di terminare in piedi la ripresa, ma pochi secondi prima del suono della campana è finito nuovamente al tappeto, questa volta per via di un gancio destro alla tempia.
L’angolo dello sfidante avrebbe probabilmente fatto meglio a impedirgli di alzarsi dallo sgabello per intraprendere il terzo round, ma il cuore dell’australiano e la sua capacità dimostrata in passato di riemergere dalle difficoltà hanno convinto il suo team a dargli un’ulteriore chance di rimettersi in carreggiata.
Se nelle fasi iniziali della terza ripresa Tszyu è sembrato consapevole della necessità di prestare la massima attenzione alla difesa, tenendo alta la guardia e non lasciando varchi al rivale, ben presto quest’attitudine è svanita e lo sfidante ha ripreso la temeraria condotta dei due round precedenti.
Tszyu è riuscito a mettere a segno due colpi bellissimi, un diretto destro e un montante che hanno colpito in pieno volto Murtazaliev, ma il coriaceo pugile russo li ha incassati bene e ha reagito con un terrificante gancio sinistro, siglando il quarto atterramento della serata.
Pur essendosi stoicamente rialzato, l’atleta australiano era ormai palesemente impossibilitato a continuare la battaglia e male ha fatto l’arbitro Chris Young a fargli subire altri colpi pesanti prima del salvifico lancio dell’asciugamano da parte del suo angolo.
Tim Tszyu ha 29 anni e teoricamente avrebbe tutto il tempo per riprendersi da questa battuta d’arresto e tornare protagonista di incontri di alto livello. La brutalità della sconfitta subita tuttavia, potrebbe seriamente condizionarlo dal punto di vista psicologico d’ora in avanti.
L’australiano ha combattuto con l’atteggiamento di un pugile persuaso di sgretolare il suo avversario, rivelandosi invece deficitario sul piano della tenuta ai colpi. Un amaro boccone da digerire per il suo orgoglio e un serio attentato alla fiducia nei suoi mezzi.
Per mettersi questa debacle alle spalle, il ragazzo dovrà accettare di non avere le caratteristiche adatte per fare a sportellate contro chiunque e lavorare alacremente in palestra su piani tattici alternativi da applicare contro avversari più grossi e potenti di lui. Un’impresa non impossibile, ma certamente assai complessa a questo punto della sua carriera.
Serata indimenticabile invece per Bakhram Murtazaliev, che dopo aver atteso per anni la chance mondiale e dopo aver conquistato il titolo senza convincere del tutto esperti e addetti ai lavori, si è preso la sua rivincita affermandosi come uno dei pugili più pericolosi al limite delle 154 libbre.
Senza dubbio la condotta scriteriata di Tszyu, che lo ha aggredito senza sosta dandogli facile bersaglio, lo ha agevolato, dandogli l’opportunità di far brillare le sue doti migliori. Il campione merita però ugualmente elogi e apprezzamenti per essere riuscito ad approfittarne al meglio, evidenziando tra l’altro, oltre alla considerevole potenza, anche un’eccellente varietà di soluzioni offensive.
Sarà interessante adesso scoprire se Murtazaliev verrà preso in considerazione da Turki Alalshik per i prossimi eventi della Riyadh Season e se avrà l’opportunità di incrociare i guantoni con uno dei tanti volti noti che popolano i piani alti della categoria dei superwelter.