Vergogna a Brooklyn: sparring violento e senza tutele sponsorizzato da The Ring

DiMario Salomone

Ago 12, 2025 #Alalshikh

“Uccidere o essere uccisi”. Sembra uno slogan tratto da un film horror e invece è un motto promozionale utilizzato da “Sparring Club”, un nome che forse vi suonerà nuovo, ma che negli Stati Uniti sta facendo molto parlare di sé in virtù di una vicenda dai contorni decisamente inquietanti.

Una cinquantina di pugili professionisti, reclutati su base volontaria, catapultati sul ring davanti a una folla elettrizzata e incitati a battersi. Nessun esame medico preventivo, nessun controllo del peso, nessun arbitro, nessuna accortezza nell’accoppiare pugili di livello e di esperienza similare, nessuno pronto a intervenire in caso di KO. Tutto questo, che ci crediate o no, è accaduto a Brooklyn un mese fa e ora un report molto dettagliato sulla faccenda è stato pubblicato da Thomas Hauser sul Guardian.

Sparring Club è una creatura ideata e messa in piedi dall’azienda inglese BoxRaw, specializzata nella vendita di abbigliamento e accessori per gli sport da combattimento. La “sessione di sparring” di cui vi stiamo parlando, andata in scena l’11 luglio alla Greenpoint Terminal Warehouse di Brooklyn e promossa in maniera congiunta da BoxRaw e The Ring, è stata pubblicizzata con un volantino raffigurante un cane che mostra le zanne e ringhia in maniera feroce. Le scritte accanto alla belva preannunciavano uno sparring tra i migliori prospect di New York facendo presagire la natura violenta dell’avvenimento con le parole “Senza filtri. Scelto con cura. Cane mangia cane”.

Un folla nutrita di spettatori, nel giorno designato, si è radunata attorno al ring, ma il pubblico non è stato l’unico bersaglio della pubblicità che ha preceduto l’evento. Occorreva infatti reclutare anche i pugili e così gli organizzatori hanno pensato bene di promettere un posto nel sottoclou del mega evento che vedrà affrontarsi Saul “Canelo” Alvarez e Terence Crawford ai due atleti che si sarebbero fatti notare più degli altri. Anche questo era scritto a chiare lettere sul volantino promozionale.

Del resto l’attuale proprietario di The Ring è proprio il potentissimo funzionario saudita Turki Alalshikh, che organizzerà l’attesissimo match del 13 settembre e che l’11 luglio ha presenziato all’evento di Sparring Club. Al suo fianco c’era anche il noto promoter inglese Eddie Hearn, che però si è trattenuto poco, dovendo recarsi ad assistere al terzo combattimento tra Katie Taylor e Amanda Serrano.

Immaginate di prendere decine di pugili professionisti, di accoppiarli senza seguire criteri logici, di fargli fare sparring con la promessa che i più bravi otterranno un’occasione irripetibile per far fare alla propria carriera un enorme salto di qualità. Capirete da soli che la probabilità che qualcosa vada storto è decisamente superiore a zero.

Sul ring, quel pomeriggio, è successo un po’ di tutto. Alcuni pugili si sono limitati effettivamente a fare sparring, senza affondare troppo i colpi. Altri sono saliti sul quadrato con l’intenzione di spaccare il mondo. Qualcuno, inevitabilmente, si è fatto male.

L’episodio più spiacevole e pericoloso ha coinvolto il 33enne Jacob Solis, pugile di livello modesto il cui record professionistico di 7 vittorie e 1 pareggio è stato messo in piedi grazie ad avversari estremamente morbidi. Di fronte a sé quel giorno Solis si è trovato Marquis Taylor, atleta di ben altra caratura, 13esimo al mondo nella classifica WBC dei pesi medi, protagonista di 21 combattimenti nei pro, di cui 18 vinti, 1 perso e 2 pareggiati.

Dopo aver chiuso il suo “compagno” di sparring alle corde e dopo averlo scosso, Taylor ha completato l’opera sferrando due violenti colpi alla nuca di Solis che è precipitato al suolo sbattendo col volto sul tappeto. Nessuno si è precipitato sul ring per sincerarsi delle sue condizioni. Nessuno lo ha aiutato a rialzarsi. Solis è tornato negli spogliatoi da solo, senza ricevere assistenza, ed è tornato a casa in taxi. Giorni dopo, una visita neurologica ha attestato che il pugile ha subito una commozione cerebrale.

Appare persino superfluo sottolineare quanto tutto questo sia disgustoso, pericoloso ed esecrabile, oltre che tremendamente dannoso per l’immagine del pugilato. A rendere il tutto ancora più inquietante, il fatto che questo triste spettacolo sia stato finanziato e patrocinato da colui che si fa chiamare “Sua Eccellenza”: l’enigmatico Turki Alalshikh a cui la maggioranza degli addetti ai lavori della boxe, attratta dalle sue apparentemente inesauribili finanze, ha steso e continua a stendere tappeti rossi.

Boxe Punch esprime tutto il suo sdegno per quanto accaduto e si augura che le autorità politiche e sportive prendano seri provvedimenti affinché eventi simili non si ripetano. Un auspicio che purtroppo, salvo improvvisi dietrofront, si infrangerà contro la dura realtà tra pochi giorni, poiché una nuova sessione di Sparring Club è stata programmata per il 15 agosto a Riyadh. Stavolta il volantino promette “Cibo, bevande e caos”. I protagonisti invece, saranno i “top prospect del Medio Oriente”. Non ci resta che augurarci che nessuno si faccia male sul serio.

Al minuto 5:05 del seguente video, la sequenza dello sparring tra Solis e Taylor a cui abbiamo fatto riferimento nell’articolo:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *