Uno degli argomenti che storicamente tengono banco nel dibattito tra appassionati di pugilato riguarda la potenza dei grandi campioni del presente e del passato. Spesso ai pugili viene chiesto di indicare l’avversario dal pugno più letale tra quelli che hanno affrontato e non è affatto raro che uno di loro dia una risposta inattesa a tale quesito; abbiamo quindi deciso di raccogliere per voi la “confessione” di 10 grandi nomi del passato che tra conferme e sorprese rivelano chi dei loro rivali gli ha “fatto più male”.
La risposta di Lennox Lewis: Shannon Briggs
Ci si aspetterebbe che Lennox nomini uno degli unici due pugili capaci di metterlo KO, ovvero Oliver McCall e Hasim Rahman, ma il britannico di radici giamaicane attribuisce quelle sconfitte a “colpi della domenica”, mentre conserva ancora memoria delle bordate del pittoresco Shannon Briggs, che a suo dire “Difettava in resistenza, ma certamente sapeva come imprimere tutto il peso del corpo nel suo pugno”.
La risposta di Roberto Duran: Esteban De Jesus
Duran ha affrontato grandissimi picchiatori, spesso più grossi e prestanti di lui, eppure il ricordo dei colpi di De Jesus, che gli inflisse la prima sconfitta e lo atterrò anche nella rivincita, è rimasto impresso nella sua mente. Molti si sarebbero aspettati che indicasse Thomas Hearns, ma di lui Duran afferma: “Quando ho perso con Hearns ero debilitato per aver perso troppo peso in poco tempo. Mi colpì con un gran pugno ma avrei fatto molto meglio in un rematch”.
La risposta di Wladimir Klitschko: Corrie Sanders
In questo caso, nessuna sorpresa. Benché Klitschko sia stato atterrato svariate volte nella sua carriera e anche messo fuori combattimento in più occasioni, nessuno lo ha mai travolto con lo stesso impeto e la stessa apparente facilità con cui Corrie Sanders gli strappò il Titolo Mondiale WBO. “Sono stato nel pugilato per più di 25 anni e non ho mai combattuto con qualcuno che colpisse duro come Corrie Sanders”.
La risposta di Ricardo Mayorga: Miguel Cotto
Di picchiatori brutali l’eccentrico pugile nicaraguense ne ha affrontati a bizzeffe e più di uno è riuscito a chiudergli la bocca a suon di pugni, da Felix Trinidad a Shane Mosley, passando per Oscar De La Hoya. Ma a lasciarlo più sbigottito e sofferente furono i dodici round disputati contro Miguel Cotto, tanto che secondo molti osservatori il presunto infortunio al braccio lamentato dal Matador fu soltanto una scusa per sottrarsi alla punizione.
La risposta di Mike Tyson: Evander Holyfield
I fan sfegatati di Iron Mike generalmente detestano Holyfield per le due sconfitte inflitte al loro mito. Tyson invece ha sviluppato col passare degli anni un grande rispetto per l’antico rivale, riconoscendo pubblicamente il suo enorme valore. Desta comunque scalpore che Mike gli attribuisca anche il ruolo di avversario più potente, anteponendolo in questo aspetto a Lennox Lewis: “Holyfield portava colpi terrificanti con entrambe le mani e con cattive intenzioni”.
La risposta di Carl Froch: Robin Reid
Tra le diverse sorprese presenti in questa raccolta di confessioni, questa è forse quella che lascia più perplessi. Froch è stato uno dei pugili dell’era moderna col curriculum più ricco di avversari di assoluto spessore internazionale, ma i pugni che lo hanno sconvolto di più non stati quelli dei grandi sfidanti mondiali, bensì quelli di Robin Reid, battuto in cinque round per il titolo britannico. “Ricordo che mentre mi colpiva pensavo: ‘Fo***to diavolo, questo fa male!”
La risposta di Erik Morales: Junior Jones
Junior Jones non era un pugile completo: la sua difesa era perforabile e la sua mascella non propriamente granitica, ma il suo destro, portato spesso di prima intenzione, era un colpo terribile. Lo sa bene Marco Antonio Barrera, che ci perse due volte su due, ma lo sa evidentemente anche Morales: “Li sentivo davvero i colpi che metteva a segno. Ricordo di essere rimasto paralizzato per un attimo durante la seconda ripresa, quando mi colpì con un destro”.
La risposta di Roy Jones Jr: Merqui Sosa
Da quando Roy Jones perse la sua straordinaria reattività, più di un pugile è riuscito a colpirlo duramente e anche a metterlo KO. Interrogato su chi lo abbia impressionato di più in termini di potenza tuttavia, il Fulmine di Pensacola indica un avversario affrontato ai tempi d’oro e domato in appena due round: “Ero lì che pensavo: ‘Wow, questo ragazzo sta cercando di uccidermi!’ Tarver aveva una buona potenza, ma non colpiva più duro di Sosa”.
La risposta di Luigi Minchillo: Marijan Beneš
Il picchiatore italiano ha affrontato diversi fuoriclasse passati alla storia per la potenza dei loro colpi, eppure quando gli si chiedeva di indicare il più potente di tutti, faceva il nome di un pugile meno decorato e meno celebre di altri con cui ha incrociato i guantoni: quello di Marijan Beneš. “Lui è stato il pugile che mi ha fatto più male. Più di Duran, più di Hearns, più di McCallum… I loro colpi facevano ridere in confronto a quelli di Marijan Benes. Era un vero e proprio Tyson in miniatura, dove toccava lasciava il segno.”
La risposta di Evander Holyfield: George Foreman
The Real Deal ha affrontato un’impressionante quantità di picchiatori devastanti, noti al grande pubblico per i loro prodigiosi KO, da Riddick Bowe a Mike Tyson, da Lennox Lewis ad Hasim Rahman, ma a creargli più disagio sono stati i pugni del vecchio George Foreman. Big George aveva già 42 anni quando affrontò Holyfield, ma questo non gli impedì di scuotere più volte il campione al punto da restargli impresso nella memoria per sempre.