Questo sabato, presso il Caribe Royale di Orlando, negli Stati Uniti, il pugile russo Bakhram Murtazaliev metterà in palio il suo titolo mondiale IBF dei pesi superwelter contro lo sfidante australiano Tim Tszyu. Per Murtazaliev si tratterà della prima difesa della cintura conquistata nel mese di aprile a spese del tedesco Jack Culcay, messo KO in undici riprese. Tszyu tenterà invece di laurearsi campione per la seconda volta dopo aver perso il titolo WBO ai punti in un sanguinolento scontro con l’altissimo Sebastian Fundora. Di seguito la nostra presentazione di Bakhram Murtazaliev vs Tim Tszyu.
Bakhram Murtazaliev: il gigante nelle sabbie mobili
Se i ring di pugilato avessero una superficie di quattro metri quadrati, Murtazaliev sarebbe verosimilmente uno degli atleti di punta a livello mondiale. Il pugile russo, dotato di una fisicità fuori dal comune, al punto che a prima vista potrebbe essere facilmente scambiato per un supermedio, dispone di una potenza notevolissima ed è capace di esprimerla anche attraverso colpi apparentemente innocui. Non altrettanto ammirevole è tuttavia il suo footwork: il campione IBF fatica infatti ad accompagnare i suoi temibili pugni con opportuni spostamenti sulle gambe, tanto che in alcuni frangenti sembra quasi un gigante intrappolato nelle sabbie mobili. L’incontro che gli ha permesso di appropriarsi della cintura mondiale sei mesi fa ha evidenziato in maniera lampante i suoi pregi e i suoi difetti. Il veterano Culcay lo ha infatti messo spesso a disagio con i suoi cambi di direzione e i suoi movimenti vorticosi, salvo soffrire visibilmente il peso dei suoi colpi nelle fasi di contatto fino alla capitolazione finale. Un match di difficile interpretazione che secondo molti osservatori Murtazaliev stava addirittura perdendo, opinione non condivisa da chi vi scrive.
Tim Tszyu: un figlio d’arte degno erede di suo padre
Molti figli d’arte nel pugilato hanno deluso le aspettative dei loro celebri genitori e dei fan. Alcuni, come Marvis Frazier, lo hanno fatto perché privi delle qualità necessarie per poter arrivare ai vertici. Altri, come Julio Cesar Chavez Jr, si sono persi per strada non reggendo la tensione e le aspettative risposte in loro. Tim Tszyu fino a oggi ha invece reso orgoglioso suo padre Kostya, non soltanto per le doti tecniche messe in mostra sul quadrato, ma anche e soprattutto per quelle caratteriali. L’incredibile ed emozionante combattimento contro “L’inferno torreggiante” Fundora ha visto infatti l’impavido Tim battersi coraggiosamente per dieci riprese con una terribile ferita provocata involontariamente dal gomito del rivale, facendo i conti suo malgrado con un fiume di sangue che gli offuscava la vista. Altri pugili al suo posto avrebbero subito chiesto la sospensione del match puntando al pareggio tecnico previsto quando simili incidenti si verificano entro le prime quattro riprese; Tszyu ha preferito invece agire da guerriero d’altri tempi, ricavandone una risicata e discutibile sconfitta ai punti insieme all’ammirazione e alle lodi di gran parte del mondo pugilistico.
Bakhram Murtazaliev vs Tim Tszyu: cosa succederà? La previsione di Boxe Punch!
Nell’arco della sua carriera professionistica, Tim Tszyu ha messo in luce miglioramenti significativi, resi possibili dalla gestione intelligente e graduale del suo percorso di avvicinamento ai vertici mondiali. Se infatti qualche anno fa l’australiano era un pugile istintivo e temerario, pronto a scambiare a viso aperto fin dal primo suono del gong senza badare al pericolo, oggi è evoluto in un atleta decisamente più riflessivo e prudente.
Il punto di svolta potrebbe essere stato il combattimento sostenuto da Tszyu contro l’americano Terrell Gausha nel marzo del 2022, in occasione del suo esordio negli Stati Uniti. Protagonista del solito inizio arrembante, Tszyu era stato sorprendentemente atterrato nel primo round, un episodio scioccante che lo ha condizionato negativamente per almeno altre due riprese prima che riuscisse a prendere il controllo del match.
Un simile rischio, corso oltretutto contro un pugile non particolarmente potente come Gausha, ha indubbiamente avuto un impatto sulla successiva gestione tattica dei combattimenti del talentuoso atleta australiano. Ciò è emerso in maniera particolarmente visibile nel corso della sua sfida contro il pericoloso picchiatore americano Brian Mendoza, che Tszyu ha cucinato a fuoco lento nella prima metà del match prima di aumentare i giri del motore e scatenarsi nel finale.
Tale maturazione potrebbe risultare estremamente utile contro un pugile dalle caratteristiche di Murtazaliev, che si esalta contro chi gli concede bersaglio fisso da vicino ma stenta ad azionare le sue armi migliori contro avversari più astuti e abili nel variare distanza e angoli d’attacco.
Se Tszyu decidesse di scatenare una guerra a viso aperto riuscirebbe probabilmente ad avere la meglio, perché in termini di varietà di colpi, velocità di braccia, precisione e tecnica di base ha dei vantaggi nei confronti del campione, ma tale scelta lo esporrebbe a un combattimento logorante e non privo di rischi, non esattamente l’ideale al rientro dopo la battaglia campale sostenuta a fine marzo contro Fundora.
Appare più verosimile l’ipotesi che lo sfidante adotti un approccio cauto in apertura di match, stazionando sulla media distanza con la guardia ben alta a protezione del volto e iniziando ad “ammorbidire” il rivale con combinazioni rapide di due colpi portate prima di uscire immediatamente dal raggio d’azione del pugile russo.
Tale lavoro di dentro-fuori dovrebbe frustrare e rendere impotente Murtazaliev a cui mancano sia la reattività di braccia necessaria per aspettare gli attacchi di Tszyu e incrociarlo, sia la mobilità di gambe che gli servirebbe per andare all’assalto dell’australiano e costringerlo al corpo a corpo.
Chi vi scrive si aspetta che il campione in carica, scivolando progressivamente indietro nel punteggio, commetta un numero crescente di errori col passare dei round nel disperato tentativo di sovvertire le sorti del combattimento, col risultato opposto di incassare colpi sempre più duri. Se ciò dovesse accadere, l’intraprendenza e la cattiveria agonistica di Tszyu aumenterebbero gradualmente come accaduto contro Mendoza.
La modalità con cui si concluderà il combattimento potrebbe dunque dipendere da quanto solida si rivelerà la mascella di Bakhram Murtazaliev, che per cercare di vincere il match sarà costretto ad attraversare i gironi dell’inferno con rischi concreti di uscirne con le ossa rotte. Pur non potendo escludere che il russo, in virtù della sua fisicità, riesca a resistere strenuamente fino alla campana finale, mi aspetto che alla lunga i colpi di Tszyu, magari per ferita o per intervento dell’angolo, costringeranno il campione alla resa.
Prevedo quindi una vittoria per KO tecnico di Tim Tszyu nel corso delle ultime riprese del match.