Pacheco mette KO Sulecki con un micidiale colpo al corpo

DiMario Salomone

Set 1, 2024 #WBO

Diego Pacheco (22-0-0, 18 KO) ha conservato ieri la prima posizione nella classifica degli sfidanti WBO dei supermedi infliggendo un pesante KO al sesto round al pugile polacco Maciej Sulecki (32-3-0, 12 KO). L’incontro è stato il main event della riunione organizzata dalla Matchroom Boxing di Eddie Hearn al Dignity Health Sports Park di Carson, in California.

Pacheco ha avuto un approccio al match piuttosto prudente affidandosi quasi esclusivamente ai diretti nel corso dei primi tre round e sfruttando bene il proprio vantaggio in altezza e in allungo grazie al costante movimento sulle gambe che gli permetteva di porsi sempre alla distanza a lui più congeniale.

Sulecki ha cercato di mostrarsi intraprendente e occasionalmente ha messo a segno dei ganci sinistri lodevoli, ma la differenza di potenza e di fisicità tra i due pugili è apparsa lampante in ogni fase del combattimento e ha reso improba l’impresa del polacco di rendersi competitivo.

Pacheco ha intensificato la sua azione a partire dal quarto round inserendo ganci e montanti nelle sue combinazioni e alla fine del quinto è riuscito per la prima volta a far sentire i suoi colpi al rivale costringendolo ad arretrare verso le corde e a difendersi con affanno.

Dopo circa 40 secondi dall’inizio del sesto round, il 23enne americano ha messo a segno un meraviglioso montante sinistro al corpo che ha fatto crollare al tappeto Sulecki. Il polacco, che non era mai stato messo fuori combattimento in carriera, è rimasto giù con un’emblematica espressione dolorante sul volto e non ha mai accennato a rialzarsi durante il conteggio dell’arbitro Ray Corona.

Una performance certamente positiva quella di Pacheco, che ha gestito il match con grande tranquillità senza farsi prendere dalla smania di voler mettere a segno colpi pesanti per poi rivelarsi letale quando ne ha avuto l’occasione. L’unico piccolo neo della prova del pugile americano è stato quello di farsi trovare scoperto un po’ troppo spesso dai ganci sinistri dell’avversario, un dettaglio su cui dovrà lavorare in palestra in vista di sfide più impegnative.

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