Grande sorpresa nella serata di ieri 20 dicembre alla First Direct Bank Arena di Leeds, in Inghilterra, dove Troy “Trojan” Williamson, con un’impresa è riuscito a strappare per KO tecnico al 10° round il titolo britannico, del Commonwealth ed europeo EBU dei supermedi a Callum Simpson sceso nell’arena da favorito e, fino a ieri, da imbattuto. L’evento è stato trasmesso in diretta TV gratuita dalla BBC Three dopo l’accordo strategico firmato lo scorso agosto da quest’ultima con Ben Shalom della Boxxer, società organizzatrice della serata e principale promotrice di pugilato nel Regno Unito. Un sodalizio nato allo scopo di riportare la boxe professionistica sulla TV pubblica in prima serata.
L’Italia dovrebbe prendere esempio.
Nei giorni precedenti Simpson, rilasciando un’intervista alla BBC, aveva dichiarato: “Troy è un pugile duro, ma questo è il mio momento e sono pronto a dimostrare ancora una volta perché sono uno dei pugili più entusiasmanti della Gran Bretagna ”.
Dimostrazione non riuscita.
Troy Williamson, di certo non si era lasciato intimidire e, ai microfoni della stessa emittente aveva detto “Callum ha avuto un grande percorso, ma non ha mai affrontato nessuno come me. Gli rovinerò il Natale”.
Promessa mantenuta.
Nel primo round entrambi i contendenti hanno cercato di conquistare il centro del quadrato. Simpson è riuscito sin dalle prime battute a boxare in scioltezza e, con il passare dei secondi, ad aggiungere potenza ai colpi, infatti, poco prima del gong, per un attimo, Williamson è sembrato scosso da un diretto sinistro.
Ma già dal secondo round “Trojan” ha cercato di rimettere le cose a posto per dimostrare che non si era presentato all’appuntamento per recitare il ruolo dell’underdog, e lo ha fatto portando un potente overhand, il suo colpo migliore, andando poi a bersaglio in almeno altre tre occasioni.
Simpson ha iniziato la terza ripresa lavorando a distanza, riuscendo ad andare a segno con colpi di ottima fattura. Williamson ha interrotto la serie con un buon gancio destro ma è stato costretto ad assorbire la risposta di Simpson, gancio sinistro e montante. Nessuno dei due, comunque, era disposto a lasciare il centro ring, ad arretrare, fosse anche di un millimetro. Niente boxe in scioltezza, entrambi hanno caricato ogni singolo colpo. Il volume della bolgia infernale della First Direct Bank Arena, con lo scorrere dei minuti, è andato a diminuire, i tanti tifosi di Simpson stavano trattenendo il fiato.
La quarta è stata una ripresa fatta di emozioni e di grande boxe. Nel vivo della battaglia, il livello di competitività si è alzato regalando momenti di dominio alternato. Per un attimo Simpson sembrava aver trovato l’occasione per chiudere la contesa prima del limite entrando con un terribile gancio sinistro, ma Williamson ha dimostrato di avere un mento di granito.
Nella quinta ripresa, Simpson ha cambiato strategia provando a demolire la resistenza di Williamson sventagliando colpi al bersaglio grosso. Ma “Trojan” è apparso in grande forma e atleticamente ben preparato e si è fatto sentire ancora con il suo potente overhand destro.
Nella sesta ripresa Simpson ha continuato a lavorare sulla lunga distanza ma Williamson si è rivelato essere un bersaglio difficile da colpire, era molto mobile e, in più, si era abbassato aumentando il compasso del footwork. Una posizione che, evidentemente, rende anche meno leggibili gli angoli di traiettoria dei colpi, infatti ha fatto breccia nella guardia di Simpson con un preciso hook sinistro.
Nella settima ripresa Simpson è entrato con un doppio jab ma Williamson, con esperienza, ha cominciato a legare. Per quanto si è visto fino a quel momento, i pronostici non si stavano rivelando molto giusti e, sui cartellini, “Trojan” sembrava essere in vantaggio, perlomeno dal punto di vista di chi vi scrive.
All’ottava ripresa è stato Williamson a farsi sentire con il suo overhand destro, ma Simpson non si è scomposto rispondendo al corpo. La sensazione, però, è stata che la potenza del campione in carica non era sufficiente per demolire l’avversario. Anzi, era ancora Williamson a colpire duramente due volte con il destro e Simpson, stavolta, non aveva dato l’impressione di essere riuscito ad assorbirli.
Nono round. Simpson ha provato ancora ad affidarsi al suo jab sinistro, ma è stato Williamson a trovare lo spazio per fare male con un gancio sinistro, accorciare e andare a segno con la combo sinistro destro. Simpson ha tentato una reazione ma “Trojan”,in piena trans agonistica, ha saputo lavorare bene anche alle corde. A questo punto il campione è sembrato frastornato, intimidito.
In apertura della decima ripresa, con un preciso sinistro al volto Williamson ha spedito Simpson al tappeto. Il campione, tornato subito in piedi, con mestiere, ha cercato di legare per ritrovare lucidità e idee ma Williamson, implacabile, quando mancava poco più di un minuto alla pausa, lo ha spento con un gancio. Con coraggio Simpson si è rialzato ancora ma Williamson, sentendo di essere a un passo dall’impresa, ha provato a finirlo portando in sequenza tre volte il gancio destro: Simpson è crollato per la terza volta insieme ai suoi progetti infranti. Eppure è riuscito a trovare l’orgoglio e la forza di rimettersi in piedi. A questo punto continuare non avrebbe avuto più molto senso, l’ormai ex campione avrebbe solo rischiato di subire una punizione eccessiva o, peggio, inutile. Ma l’arbitro non è stato dello stesso avviso dando, per ragioni non molto chiare, la possibilità ai due contendenti di riprendere la contesa. Ma è bastato un solo colpo, l’ennesimo gancio destro, per mandare definitivamente Simpson per la quarta volta al tappeto. Stavolta, però, l’arbitro non ha avuto altra scelta che interrompere l’incontro.
È stato un match entusiasmante, sicuramente da tre stelle e che entra, di diritto, nei grandi upset della storia della boxe.
La sfida contro Williamson, comunque era stata vissuta da Simpson come un turning point per ambire ad una chance mondiale, come da lui stesso dichiarato in varie interviste, entro il 2026. La grande occasione per lui, dopo quanto visto, non è più così a portata di mano. Adesso, in altre sfide, dovrà dimostrare che i pesanti colpi subiti, soprattutto all’ultimo round, non abbiano lasciato il segno sulla sua integrità fisica e, soprattutto, psicologica.
Per Williamson, invece, questo match aveva tutto un altro sapore, era la sua grande occasione per rilanciarsi e poter mettere a tacere le voci che lo raccontavano come un ottimo pugile ma non un top fighter. Quello che è sicuro e che, dopo la prestazione di ieri, su di lui più di qualcuno dovrà ricredersi.
