Oggi vi espongo il mio pensiero su come si prepara un match di rivincita contro un avversario che è riuscito a instillare incertezza nel giudizio finale del primo incontro. Lo faccio prendendo spunto da Usyk vs Fury II: i due atleti, con i loro staff, hanno valutato quale fosse la strategia migliore in ogni piccolo particolare, facendosi trovare pronti a sfruttare quei momenti, quei piccoli sprazzi nei quali, come una volpe o una faina, scegliere un attacco per guadagnare punti.
Fury ha fatto una preparazione più fisica, è ingrassato 10kg, sperando che il peso potesse mettere pressione e disagio a un avversario molto più piccolo e leggero e che nonostante il suo ritmo e e la sua tecnica potesse in egual modo vincere il match prima del dodicesimo round. Non si è reso conto che aver dovuto integrare e presentarsi con più chili poteva giocargli contro o forse ha sbagliato le sessioni di sparring mettendosi di fronte persone non all’altezza tecnica di Usyk.
Usyk è stato perfetto, un pugile che dal punto di vista storico potrebbe essere uno di quelli che cambiano la boxe e la spingono a un’evoluzione per renderla sempre più affascinante. Incurante del peso di Tyson Fury, si è preparato sia fisicamente che tecnicamente, sapendo che di fronte a lui aveva il miglior peso massimo di questo periodo. Ha curato ogni dettaglio essendo un passo avanti come intelligenza pugilistica (nessuno se la preda, è solo il mio pensiero). Usyk rispetto al primo incontro ha capito che per poter dimostrare chi era il più forte tra i due doveva cambiare qualcosa e che la sua classe e la sua tecnica con Fury non sarebbero bastate.
Analizzando il rematch del 21 dicembre notiamo che Usyk è stato il migliore perché la sua strategia è stata la più efficace, quella giusta per vincere il combattimento. Ha fatto le prime quattro riprese senza rischiare, restando in controllo per capire quando prendere in mano le redini dell’incontro e vincerlo. Infatti ogni volta che doveva colpire il suo avversario lo faceva andando a segno quasi sempre al corpo o alzando la traiettoria al massimo sul petto. Cosa provoca tutto ciò al suo avversario? Lo abbatte sulla tenuta fisica, fiaccandolo mentalmente e rendendolo più lento.
Dal quinto round Usyk ha aumentato il movimento di corpo e gambe senza dare mai un bersaglio fisso; tra il sesto e il settimo round ha cambiato traiettorie aumentando il ritmo delle combinazioni, portando più colpi possibili in ogni azione sia al corpo che al viso. Successivamente è stato un crescendo di Usyk che ha messo in mostra un’intelligenza pugilistica al di sopra di ogni pugile in circolazione. Pur non essendo propriamente un peso massimo, ha dimostrato che ogni match va preparato minuziosamente in ogni singolo dettaglio, in particolar modo se si tratta di una rivincita.
Io in cuore mio ho sempre pensato che la parola mancante per molti allenatori di boxe da inserire nel proprio bagaglio sia EMPATIA. Non è semplice, va spiegata, insegnata e allenata moltissimo. Empatia è capire dal movimento del corpo di una persona cosa è in grado di fare in quell’istante, quella parola magica che può cambiare ogni persona e ogni singolo atleta nell’anticipare le azioni dell’avversario, attaccare per primo oppure prendere il tempo e portare i propri colpi per mettere in risalto la propria boxe.
Io da ex pugile potrei portare ad esempio il match contro Cristophe Rodriguez, con in palio il titolo d’Europa al Palalido di Milano, la mia prima difesa disputata come sottoclou nell’ultimo match svolto dal compianto e leggendario Giovanni Parisi.
Rodriguez, già incontrato due volte in passato, non ha mai potuto incidere. Per me è stato quasi “afrodisiaco” disputare quel match, mettere in risalto la mia preparazione ottenuta con fatica e sacrificio che mi ha permesso di evidenziare le mie qualità di quel periodo. Ricordo il grande applauso durato minuti in seguito alla lettura dei cartellini dei giudici, in quell’istante, carico di emozioni, ho compreso che la mia boxe era entrata nel cuore degli spettatori e degli appassionati della grande Milano pugilistica e non solo!