Nel sottoclou dell’evento “Gloves of Glory”, organizzato dall’Italian Ringside Promotion a San Bonifacio, alcuni talenti emergenti del nostro panorama nazionale hanno avuto l’opportunità di mettersi in mostra. Di seguito i brevi resoconti delle vittorie di Gianni Doria Yao, Stefano Capone e Mohammed Graich. (Clicca qui per il resoconto del main event)
Gianni Doria Yao vs Marco Delmestro
La prima delle quattro riprese previste è stata sufficiente a convincere gli spettatori del fatto che il 24enne peso welter Doria Yao, nel suo esordio da professionista, non avrebbe corso pericoli. Quasi fosse una sedura di sparring, l’atleta veneto è andato a bersaglio innumerevoli volte con colpi sciolti e leggeri, senza dare l’impressione di cercare la soluzione di forza e trovando ben poca reazione nel 45enne Delmestro.
Il colpo un po’ più incisivo della serata, un gancio sinistro nel secondo round, ha visibilmente scosso Delmestro, che è poi finito giù dopo l’uno-due immediatamente successivo. Doria Yao tuttavia non ha voluto infierire e ha lasciato riprendere il rivale, nuovamente contato, stavolta in piedi soltanto nel finale di terzo round. Non ci sono stati altri brividi fino alla campana finale.
Stefano Capone vs Armin Kozlica
Non ha portato bene al collaudatore bosniaco Kozlica la maglietta dedicata all’epico scontro cinematografico tra Apollo Creed e Rocky Balboa con cui è salito sul quadrato. Il pugile ospite si è fatto notare soltanto per un colpo scorretto sferrato dopo il break arbitrale a inizio match, poi è stato sommerso dai colpi del tenace avversario.
Stefano Capone, detto “The Shark” ha impiegato poco tempo a diventare padrone di questa sfida tra pesi massimi, chiudendo l’avversario all’angolo e spedendolo al tappeto con una raffica di colpi. Poco dopo, quando Kozlica si è ingenuamente fermato a guardia bassa dopo una fase di contatto, forse aspettandosi l’intervento dell’arbitro, Capone ha messo a segno un violentissimo gancio sinistro al volto da KO immediato.
Attimi di paura per l’atleta bosniaco che è rimasto per qualche secondo immobile con il corpo parzialmente fuori dalle corde ma che fortunatamente si è ben presto ristabilito suscitando l’applauso spontaneo del pubblico presente.
Mohammed Graich vs Venhar Haziri
Nell’incontro professionistico più equilibrato dell’intera riunione, Graich ha faticato molto più del previsto ad avere la meglio sul giramondo kosovaro Haziri che gli ha dato filo da torcere per l’intera durata del combattimento. L’atleta balcanico si è rivelato in possesso di un ottimo tempismo e pur affidandosi prevalentemente a colpi isolati ha reso ostico per Graich il compito di accorciare la distanza.
L’allievo del mitico Meo Gordini ha dovuto affidarsi alla sua superiore velocità per prendere in mano le redini del match a partire dal terzo round facendosi preferire per la maggior continuità d’azione e lo spirito d’iniziativa. Haziri ad ogni modo, seppur un po’ sornione, si è mantenuto pericoloso fino all’ultimo approfittando più di una volta della tendenza erronea di Graich di non uscire dal suo raggio d’azione dopo aver portato i suoi colpi.
L’arbitraggio è parso leggermente casalingo, con Haziri più volte rimproverato per via del punto d’impatto imperfetto dei suoi colpi (scorrettezza solitamente tollerata nel professionismo se non in casi eclatanti) e penalizzato ufficialmente per un colpo alla nuca nell’ultima ripresa. Ciononostante è apparsa eccessiva e fuori luogo la protesta plateale dello sconfitto e del suo allenatore dopo la lettura del verdetto, poiché la vittoria di Graich, seppur di stretta misura, è parsa ragionevole.
Raggiunto dall’autore di questo articolo dopo il termine dell’incontro, il maestro Gordini ha respinto i complimenti affermando: “Non mi piace vincere così. La vittoria, anche tenendo conto della penalità, ci poteva stare, ma bisogna vincere meglio!”
Video completo dell’evento Gloves of Glory: