La proposta shock di Sunny Edwards, formulata a meno di una settimana dal suo importantissimo derby contro il campione olimpico di Tokyo 2020 Galal Yafai, rischia di distogliere l’attenzione di media e appassionati da quelle che saranno le dinamiche del combattimento. Edwards, che sabato prossimo a Birmingham cercherà di conquistare il vacante titolo WBC Interim dei pesi mosca, si è sfogato sul tema scottante del doping nel pugilato in una lunga intervista rilasciata a BoxingScene.com.
Il 28enne pugile inglese ritiene che la situazione concreta più pericolosa per la sicurezza e la salute di un pugile sia quella di salire sul ring “pulito” contro un avversario che ha fatto uso di sostanze proibite. Al fine di limitare questo rischio sarebbe dunque forse più equo, stando alle sue parole, permettere a tutti di assumere ciò che gli pare in modo da evitare discrepanze tra onesti e truffatori.
Questo un estratto delle sue dichiarazioni sui controlli antidoping:
“Se devo essere sincero, penso che tutto questo renda le cose meno sicure e probabilmente sarebbe più soddisfacente un ambiente in cui le persone facciano semplicemente quello che vogliono.
“Penso che ci siano chiaramente troppe persone che la fanno franca. Voglio dire, ci sono probabilmente angoli di questo mondo dove si usano sostanze che in altri angoli del mondo nemmeno sanno che esistono. Quanto è alta la probabilità che non sia così? C’è sicuramente la possibilità che esistano questi integratori folli o altre cose che le persone stanno assumendo e che dopo alcuni anni vengano studiate e vietate, ma nel frattempo, per anni, le persone le hanno già usate.
“Cosa stiamo facendo oggi? Stiamo creando una lista e ci sono alcune persone che consigliano chi crea la lista su cosa dovrebbe o non dovrebbe esserci e, nel farlo, probabilmente pensano: ‘Oh, questa va bene, ci metto giusto un paio di cose ambigue che possono passare inosservate e non funzioneranno mai.’ Abbiamo a che fare con persone che fanno ciò che le persone abitualmente fanno a tutti i livelli di questa piramide in cui ci troviamo. Non lo so, ho solo la sensazione che la situazione più pericolosa in qualsiasi ring di boxe sia quella in cui una persona entra con qualcosa nel proprio corpo che non dovrebbe avere, e l’altra no. Quello è il caso meno sicuro, e non penso che siamo in grado di individuare il 100% di [chi bara] per avere delle garanzie.”
La proposta shock di Sunny Edwards di abolire i test è particolarmente sorprendente poiché arriva da parte di un pugile che non è mai stato trovato positivo al doping e che ha sempre dichiarato di non assumere sostanze vietate. In passato simili affermazioni erano state proferite da pugili colpiti da lunghe squalifiche ed erano parse come un tentativo di discolparsi puntando il dito contro il sistema e invocando l’argomento del “barano tutti”.
L’argomento doping è balzato agli onori delle cronache proprio di recente dopo la denuncia pubblica di Tevin Farmer, che dopo la sua sconfitta di sabato scorso contro William Zepeda ha affermato che lui e il suo avversario, nonostante le sue ripetute richieste in tal senso, non hanno effettuato gli abituali controlli il giorno del match. Una palese violazione delle norme della WBC e dei contratti firmati dai due pugili.