Nel penultimo combattimento della strepitosa riunione “The Ring IV” che ha avuto luogo a Riyadh, le migliori qualità di Brian Norman Jr sono state quasi completamente annullate dalla strategia tattica di Devin Haney. “The Dream”, dopo aver atterrato pesantemente il rivale nel secondo round, ha gestito il match con grande intelligenza, conquistando così il Titolo Mondiale WBO dei pesi welter. Questi i punteggi ufficiali dei giudici, tutti in favore del nuovo campione: 114 a 113, 116 a 111 e 117 a 110.
Non appena il suono della prima campana ha echeggiato nella ANB Arena, Haney si è messo subito sulla difensiva, muovendosi in circolo con la guardia molto alta e preoccupandosi esclusivamente, nel corso dei primi tre minuti, di neutralizzare le iniziative del suo pericoloso avversario.
E così Norman è caduto nella trappola. Nel vedersi di fronte uno sfidante così sfuggente e apparentemente timoroso, “The Assassin II” ha commesso il grave errore di convincersi di poter avanzare come un carrarmato, trascurando la difesa, come se non avesse nulla da temere. Questo atteggiamento tracotante ha favorito il primo (e per la verità unico) colpo di scena del match.
Nel corso del secondo round infatti, un violento gancio sinistro di Haney ha destabilizzato Norman, che dopo aver traballato impercettibilmente sulle gambe è rimasto paralizzato sul posto. The Dream ne ha approfittato per mettere a segno un nuovo gancio sinistro seguito da un terribile destro al volto che ha fatto crollare il campione al tappeto.
Pur avendo tante frecce al suo arco, Haney non è di certo il più spietato dei finisher e infatti, pur chiudendo l’avversario alle corde e pur tempestandolo di colpi, non è riuscito a trovare la combinazione vincente per chiudere i giochi anzitempo.
Norman ha recuperato lucidità nel corso del minuto di pausa, ma l’episodio sfavorevole lo ha sicuramente condizionato in negativo, rendendolo molto meno sicuro e intraprendente nei round successivi. Merito anche di Haney, abilissimo nell’addormentare il match muovendosi e schivando magistralmente per poi mettere a segno i pochi colpi utili a collezionare punti sui cartellini.
Lo sfidante ha alternato round in cui faceva davvero il minimo sindacale per farsi preferire, ad altri in cui si mostrava più propositivo, facendo vedere, oltre al magnifico jab, anche qualche diretto destro di pregevole fattura. Anche quando ha lasciato andare le mani con più frequenza comunque, è rimasto sempre attentissimo a non scoprirsi e a non concedere chance al suo avversario di rimettersi in partita.
Norman dal canto suo è sembrato per larghi tratti del match un pesce fuor d’acqua. L’americano è per caratteristiche un incontrista naturale e non avendo la possibilità di mettere a segno i suoi temibili counter in virtù dell’atteggiamento conservativo del suo avversario, ha trascorso intere riprese a cercare una chiave d’accesso che non trovava mai.
Dopo aver accumulato uno svantaggio ormai praticamente incolmabile, il campione ha dato finalmente qualche segno di vita nel nono round, quando una delle sue combinazioni preferite, ovvero il destro rapido seguito dal sinistro potente, ha trovato il bersaglio, venendo digerita con un po’ di fatica da Haney.
Lo sfidante però non aveva alcuna intenzione di permettere al suo dirimpettaio di dare vita a un finale di match drammatico e potenzialmente esplosivo. Haney ha quindi astutamente fatto ricorso a tutti i trucchi del mestiere per trasformare gli ultimi tre round in un festival dell’ostruzionismo.
La sua condotta, una unita alle evidenti difficoltà di Norman nell’accorciare la distanza in modo funzionale, ha reso l’ultima parte dell’incontro estremamente noiosa e frammentata, ma gli ha consentito di arrivare alla campana finale col volto pulito, rischiando pochissimo.
Nessun dubbio sull’identità del vincitore. Personalmente mi trovo in linea col cartellino del signor Leszek Jankowiak (116 a 111), mentre ritengo che il signor Mike Fitzgerald, col suo 114 a 113, sia stato eccessivamente generoso nei confronti del campione in carica, premiandone l’aggressività anche nei round in cui quest’ultima è risultata sterile e inconcludente.
Ora per Devin Haney ci sono diverse strade percorribili, due delle quali appaiono particolarmente stuzzicanti.
Qualora a febbraio Ryan Garcia dovesse battere Mario Barrios e diventare a sua volta campione del mondo dei pesi welter (per la sigla WBC), sicuramente in tanti invocheranno un rematch tra i due eterni “nemici”.
Un altro potenziale avversario è il britannico Conor Benn, che ieri ha seguito l’incontro di Haney in prima fila, seduto accanto a Eddie Hearn, fingendo di addormentarsi sulla spalla del promoter quand’era inquadrato dalle telecamere per sottolineare la poca spettacolarità del combattimento.
Norman Jr dovrà invece leccarsi le ferite e imparare dai suoi errori per tornare alla ribalta. L’americano è ancora giovane e ha tanti margini di miglioramento. Visto il livello tutt’altro che esaltante che caratterizza la categoria dei welter in questo momento, siamo sicuri che abbia tutte le carte in regola per tornare in carreggiata e guadagnarsi una nuova chance mondiale molto presto.
