Alla Ariake Arena di Koto-Ku (Tokyo), l’irlandese TJ “The Power” Doheny (26-5-0, 20 KO) ha superato le previsioni di molti esperti riuscendo a resistere per sei riprese ai colpi dell’idolo di casa Naoya “The Monster” Inoue (28-0-0, 25 KO) e offrendo una performance più che dignitosa. Il giapponese si è comunque imposto per KO tecnico all’inizio del settimo round, quando lo sfidante, già in visibile sofferenza, ha dovuto alzare bandiera bianca lamentando un infortunio. Inoue ha così conservato i titoli mondiali WBC, WBA, WBO e IBF dei pesi supergallo.
L’avvio del combattimento è stato caratterizzato da grande prudenza da parte di entrambi i pugili. Doheny era senz’altro consapevole della potenza brutale del pluridecorato avversario, mentre Inoue molto probabilmente voleva evitare di commettere lo stesso errore che quattro mesi fa gli costò un pesante atterramento contro Luis Nery.
Dopo due riprese molto povere di azioni rilevanti, in cui Inoue si è limitato a tenere il centro del ring operando una blanda pressione e portando occasionali combinazioni intervallate da lunghe pause, è stato sorprendentemente Doheny a ingranare per primo le marce alte. L’irlandese ha infatti disputato un ottimo terzo round mettendo a segno alcuni colpi di buona fattura al corpo e al volto, pur senza mai interrompere il continuo movimento circolare per evitare lo scambio ravvicinato.
Un Inoue insolitamente abulico ha ripreso in mano le redini del combattimento nella seconda metà della quarta ripresa ma è parso nuovamente spiazzato dalla boxe sfuggente dello sfidante nel round successivo. Doheny ha infatti dato prova di ottima elusività, schivando in maniera millimetrica diversi colpi violenti e rientrando immediatamente con i propri ganci e i propri montanti, al punto che il grande favorito della vigilia sembrava poco incline ad alzare ritmi e intensità dello scontro.
Tale sensazione è stata però decisamente spazzata via da Inoue nel sesto round. Il giapponese ha infatti finalmente abbandonato l’approccio ultra-conservativo adottato fino a quel momento e ha iniziato a bombardare il rivale con colpi pesanti senza dargli tempo e modo di rifiatare. Doheny è riuscito a non farsi travolgere stringendo i denti e dando prova di buona mascella ma ha terminato la ripresa tangibilmente affaticato e sofferente.
L’epilogo si è materializzato dopo appena 16 secondi dall’inizio del settimo round. Inoue ha messo a segno un montante sinistro sul bordo della cintura e subito dopo Doheny si è toccato la schiena iniziando a zoppicare vistosamente e facendo cenno all’arbitro di non poter proseguire. La prima impressione è che l’irlandese abbia subito un infortunio muscolare, ma da quello che si era visto nei tre minuti precedenti il KO sarebbe arrivato in ogni caso di lì a poco.
Prestazione meno scintillante del solito dunque per il Mostro che però, pur non mostrandosi devastante per tutta la durata del match, ha comunque tenuto sempre sotto controllo la situazione salendo in cattedra quando ha ritenuto fosse arrivato il momento giusto. Come confermato da Bob Arum alla fine dell’incontro, Inoue sosterrà l’ultima difesa dei titoli unificati a fine anno in Giappone prima di tornare a battersi negli Stati Uniti, dove tenterà l’assalto alle cinture dei pesi piuma.
Meritevole di applausi è stata comunque la prova di TJ Doheny, che all’età di quasi 38 anni è salito sul ring senza paura al cospetto di uno dei più forti pugili del pianeta ed è riuscito a mettere in mostra buone qualità a dispetto delle previsioni che lo volevano spazzato via in pochi minuti. Non sarebbe sorprendente se l’irlandese ottenesse altre chance di rilievo e altre borse significative nel prossimo futuro prima di appendere i guantoni al chiodo.