Non è bastato il coraggio a Eduardo Giustini, che si è battuto con onore e ha dato tutto se stesso, per superare il corpulento peso massimo svedese Pezhman Seifkhani al Palazzo Wanny di Firenze. Il nostro portacolori le ha provate tutte per conquistare la vacante cintura EBU Silver dei pesi massimi, ma è uscito sconfitto ai punti da un match molto duro che lo ha visto finire due volte al tappeto. I giudici si sono espressi all’unanimità assegnando la vittoria a Seifkhani con i seguenti punteggi: 117 – 109, 117 – 109, 117 – 110.
L’incontro si è aperto su ritmi piuttosto bassi, con Giustini intento a girare vorticosamente attorno all’avversario e Seifkhani, padrone del centro del ring, che cercava senza troppo successo di chiudere gli spazi al rivale per costringerlo allo scambio. Nei primi due round del combattimento non è quindi successo granché, al netto di un bel destro dello svedese che si è infilato nella guardia di “Dado” nel corso della seconda frazione.
Giustini ha iniziato ad adoperare il suo jab destro con maggiore frequenza a partire dal terzo round ed è anche riuscito ad aprirsi la strada per mettere a segno un paio di pregevoli sinistri nella quarta ripresa. A quel punto l’incontro appariva ancora in equilibrio e privo di un chiaro padrone.
Seifkhani tuttavia ha cominciato a imporre le prime fasi di contatto ravvicinato dal quinto round in avanti e ciò gli ha permesso di far valere la sua forza fisica. Quando riusciva a schiacciare l’avversario contro le corde infatti, lo svedese sfruttava con astuzia i sedici chili di vantaggio per sfiancarlo e quando i due scambiavano a viso aperto, Giustini era spesso costretto ad arretrare e a stringere i denti per non capitolare.
Non riuscendo più a dare continuità al movimento frenetico che nella prima fase del match gli aveva permesso di evitare gli scambi, anche in virtù delle molte energie profuse, il pugile toscano si è affidato dopo il giro di boa a continue flessioni del tronco per stazionare davanti all’avversario senza concedergli bersaglio fisso.
Una strategia rischiosa ma necessaria quella del nostro portacolori, che però non è bastata a frenare l’incidere di Seifkhani. Quest’ultimo continuava infatti a incrementare il suo vantaggio sui cartellini grazie alla maggiore incisività dei propri colpi.
Lo svedese è arrivato al nono round col vento in poppa e ha poi messo il punto esclamativo sulla sua performance con una splendida combinazione costituita da un montante sinistro e un diretto destro, dando origine al primo knockdown della serata.
Giustini, seppur ferito in volto e visibilmente provato, ha avuto una reazione encomiabile, dando vita a una decima ripresa di puro orgoglio in cui ha attaccato senza paura ed è riuscito addirittura a premere contro le corde il rivale in più di una circostanza nel disperato tentativo di sovvertire una situazione ormai quasi compromessa.
Purtroppo l’impeto generoso dell’italiano si è spento nel round successivo, quando Seifkhani lo ha colto alla sprovvista con un perfetto destro d’incontro, spedendolo nuovamente al tappeto. Lo svedese ha quindi potuto amministrare il match fino alla campana finale, anche se il suo respiro affannoso e l’evidente affaticamento evidenziato nei secondi conclusivi della sfida hanno reso chiaro che per il vincitore non è stata una passeggiata.
Personalmente ho assegnato al vittoria a Seifkhani per 117 a 109; mi trovo quindi perfettamente allineato ai tre giudici, che hanno svolto con professionalità il loro compito senza lasciarsi influenzare dal fattore campo.
Eduardo Giustini è stato comunque rincuorato dai sacrosanti applausi del pubblico presente che gli ha riconosciuto di essersi battuto con grande determinazione. Il pugile toscano aveva di fronte un ostacolo molto impervio dovendo fare i conti con un deficit di stazza, potenza e forza fisica, ma non si è lasciato travolgere e ha fatto il possibile dando fondo a tutte le sue risorse.