Una spiacevole controversia sta gettando ombre in queste ore sul recente evento organizzato alla The Venue Riyadh Season, in Arabia Saudita, grazie al lavoro congiunto dei promoter Oscar De La Hoya e Benjamin Shalom. Stando alla denuncia di Tevin Farmer, espressa pubblicamente sui social, lui e il suo avversario William Zepeda Segura, che hanno dato vita a una fantastica battaglia per il titolo Interim WBC dei pesi leggeri, non avrebbero sostenuto i consueti test antidoping il giorno del combattimento.
L’incontro tra Farmer e Zepeda è stato estremamente spettacolare ed emozionante. I due si sono dati scambiati un enorme quantitativo di colpi per dieci riprese e il punteggio finale dei giudici, che hanno assegnato a Zepeda una risicatissima vittoria per Split Decision, riflette l’estremo equilibrio che si è visto sul quadrato.
Nonostante le quote degli allibratori lo vedessero nettamente sfavorito e nonostante diversi esperti lo considerassero spacciato in partenza, Tevin Farmer è riuscito ad atterrare l’imbattuto rivale nel quarto round e a impegnarlo assai severamente per l’intera durata del combattimento, uscendone sconfitto a testa altissima.
Ieri mattina però il 34enne pugile di Philadelphia ha sganciato la sua bomba sul social X con le seguenti parole:
Perché né io né Zepeda siamo stati sottoposti a test antidoping? L’ho chiesto più volte nello spogliatoio prima del match. Mi hanno detto che sarebbe successo dopo l’incontro. E invece, nessun test. Ve lo sto solo dicendo. Il pugilato è sporco. Non si può mai sapere. Grazie a tutti i miei sostenitori.
Farmer ha rincarato la dose poche ore dopo postando quanto segue:
Ogni altro incontro titolato nella card ha avuto i test antidoping. Perché io e Zepeda no? Ho così tante domande. Continuavo a chiederlo prima del combattimento. Dopo il match mi hanno detto: “Oh, eravamo a corto di personale.” Come è possibile? C’erano solo sei incontri nella card.
La questione sollevata dal pugile americano è di estrema gravità e non a caso le sue parole sono state presto riprese e commentate da alcuni giornalisti specializzati di alto livello. Tra questi il redattore di The Ring Jake Donovan che sempre su X ha espresso il seguente pensiero:
I test antidoping sono stati finora un elemento cardine degli eventi della #RiyadhSeasonCard. È un peccato che la prima collaborazione con GoldenBoy si sia limitata a testare solo il main event in questo senso. La sicurezza degli atleti non dovrebbe MAI dipendere da questioni di budget.
Vedremo se nelle prossime ore Oscar De La Hoya interverrà sul tema fornendo delle spiegazioni sull’accaduto o se la cosa verrà fatta passare in cavalleria. Di certo è fondamentale che chi scrive di questo sport dia la massima diffusione ai fatti riportati e ne chieda conto ai responsabili in modo che simili controversie non si ripetano in futuro.
Tenendo conto di quanto equilibrato è stato l’incontro e dei dubbi sulla sua regolarità che inevitabilmente saranno suscitati dall’assenza di controlli antidoping, Tevin Farmer meriterebbe senz’altro un rematch.