Scandalo alla Pechanga Arena di San Diego, dove lo sfidante filippino Charly Suarez è stato ingiustamente privato della vittoria contro il campione del mondo WBO dei pesi superpiuma Emanuel Navarrete. L’incontro, facente parte della riunione targata Top Rank, si è concluso all’inizio dell’ottavo round per decisione tecnica dopo che il medico di riunione ha giudicato il campione impossibilitato a proseguire a causa di una ferita che l’arbitro Edward Collantes aveva erroneamente attribuito a una testata accidentale. La successiva lettura dei cartellini ha premiato Navarrete all’unanimità con i seguenti cartellini: 77 – 76, 78 – 75, 77 – 76.
Il primo round ha messo in luce una differenza piuttosto marcata tra lo status psicologico con cui i due pugili hanno approcciato il combattimento. Mentre Suarez tradiva infatti la tensione del grande appuntamento muovendosi in maniera frenetica, Navarrete dava l’impressione di sentirsi sicuro della vittoria portando colpacci larghi da lontano senza curarsi troppo della difesa.
Un bel destro del campione ha segnato la ripresa di apertura facendo piegare per una frazione di secondo le gambe di Suarez, ma da quel momento in poi il match si è assestato su un pattern di equilibrio, con Navarrete che si faceva preferire per il maggior peso dei suoi colpi singoli e lo sfidante che si affidava alla quantità per compensare il deficit di potenza.
Il pluridecorato pugile messicano ha cercato di stabilire le gerarchie in modo chiaro nel quarto round, quando con le sue caratteristiche combinazioni a due mani ha costretto più di una volta il rivale ad arretrare in modo precipitoso, ma Suarez non si è lasciato travolgere e nel round successivo si è affidato a continui cambi di guardia per confondere l’arrembante avversario.
L’episodio cruciale ha avuto luogo all’inizio della sesta ripresa. Un gancio sinistro caricatissimo dello sfidante filippino ha impattato violentemente in prossimità dell’arcata sopraccigliare sinistra di Navarrete mentre quest’ultimo cercava di schivarlo. Un attimo dopo il volto del messicano era rigato di sangue in virtù di una ferita sottile ma profonda causata dal colpo.
Il signor Edward Collantes tuttavia non ha avuto esitazioni nell’attribuire l’origine dell’accaduto a una testata accidentale e l’Instant Replay, che era in vigore, non è stato giudicato sufficientemente inequivocabile per sovvertire la decisione del direttore di gara. Rivedendo le immagini si nota infatti che immediatamente dopo il pugno di Suarez, le teste dei due pugili si sono sfiorate e tanto è bastato per stabilire che non vi fossero gli estremi per un intervento da bordo ring.
L’incontro è andato avanti per un paio di riprese, con Navarrete che mostrava chiaramente la sua preoccupazione per la ferita toccandosi il volto col guantone di continuo e Suarez che, rendendosi conto di avere davanti a sé la chance della vita, lo incalzava senza sosta. Particolarmente favorevole al pugile filippino è stato il settimo round in cui il campione ha fatto davvero fatica ad arginarne l’incedere.
Pochi secondi dopo l’inizio dell’ottava ripresa, il medico, chiamato a controllare la situazione, ha stabilito che il match dovesse essere fermato. Una decisione che lascia non poche perplessità, sia perché la ferita non sembrava peggiorata rispetto ai due round precedenti, sia perché la sua collocazione leggermente decentrata non la rendeva all’apparenza particolarmente pericolosa, sia perché sui ring americani abbiamo visto pugili autorizzati a proseguire con squarci sul volto ben più ampi di così.
Impossibile non sospettare dunque che l’ottimo momento di Charly Suarez, che nei tre minuti precedenti aveva dato la netta sensazione di poter prendere in mano le redini dell’incontro, abbia avuto un peso considerevole nella scelta di porre fine alla contesa dando la parola ai giudici prima che i loro cartellini subissero uno shift decisivo.
Nulla da recriminare sui punteggi: io stesso avevo Navarrete in vantaggio di un punto al momento dello stop. Charly Suarez tuttavia ha tutte le ragioni del mondo per sentirsi defraudato, perché l’interruzione anticipata del combattimento avrebbe dovuto essere seguita dalla sua proclamazione come campione del mondo per KO tecnico. Amarezza aggravata dal fatto che lo sfidante ha 36 anni e non essendo di primo pelo potrebbe non ricevere altre chance per coronare il sogno di conquistare una cintura mondiale.
Non ci resta che augurarci che la WBO, il cui nuovo Presidente Gustavo Olivieri ha promesso sin dal suo insediamento integrità e trasparenza, imponga a Navarrete di concedere al pugile filippino un immediato rematch. Si tratterebbe di una decisione doverosa che quantomeno offrirebbe a Suarez l’opportunità di riprovare a issarsi sul tetto del mondo senza doversi rimettere in fila nella graduatoria.
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