Al Louis Armstrong Stadium di New York è andato in scena da poche ore il match che ha visto opposti il portoricano Subriel Matias (23-2, 22 KO) e il mancino dominicano Alberto Puello (24-1, 10 KO), detentore della cintura WBC dei pesi superleggeri.
Puello è un pugile mobile, tecnico, che preferisce muoversi lungo le corde e boxare dalla distanza, evitando lo scontro dalla corta. Dotato di ottima fisicità, sul ring sa farsi rispettare seppur non possieda doti spiccate in termini di potenza, dato confermato da una bassa percentuale di KO in suo favore (41.67%). Ciononostante, Alberto è un pugile solido, che sa portare sul ring il suo gameplan e soprattutto che sa mantere la lucidità per tutta la durata del match, come dimostrano le vittorie su Sandor Martin e Gary Antuanne Russell.
Per la sua seconda difesa, si è trovato a fronteggiare un pugile dallo stile opposto al suo. Matias, ex campione dei superleggeri IBF detronizzato dall’underdog Liam Paro, giungeva al match a distanza di un anno circa da quella sconfitta inattesa, frutto di una probabile sottovalutazione di Paro e di uno stile a lui poco congeniale. In quell’incontro l’aggressività di Matias fu neutralizzata dal movimento dell’australiano e dai suoi colpi in linea retta: il portoricano incassò la bellezza di 212 jab in 12 round, palesando un evidente gap difensivo, oltre che qualche problema nel taglio del ring e nella gestione del match, con una partenza lenta che favorì l’avversario. Dopo la sconfitta Matias è ripartito a caccia del titolo, confermando le sue spiccate doti di KO artist: quando vince, lo fa sempre per KO, in virtù di uno stile aggressivo, fatto di grande pressione, di volume di colpi importante e di una buona potenza nelle mani.
Come era lecito attendersi, il ruolo dell’aggressore è stato assunto da Matias, sebbene nel primo round sia partito contratto e abbia maggiormente subito l’azione di Puello, abile a lavorare al corpo e alla figura. Puello è dotato di grande mobilità e di buoni colpi in linea retta, caratteristiche che hanno inizialmente messo in difficoltà il rivale. Già dal secondo round Matias ha però aumentato i giri del motore, mostrando quel caratteristico modo di incedere, un po’ rigido sul tronco, che ricorda quello di Antonio Margarito.
Matias ha cominciato a lavorare al corpo Puello, nel tentativo di limitarne il movimento continuo. Così facendo, però, si è esposto maggiormente ai colpi di rimessa del dominicano, abile a colpire e legare per limitare l’azione del rivale. Difensivamente Matias ha mostra qualche lacuna: troppo rigido di tronco e limitato nel footwork, ha agito costantemente avanzando in linea retta. Una pressione comunque asfissiante che ha cominciato a dare qualche frutto a partire dalla fine del terzo round. Il lavoro al corpo, pregevole seppur confuso, ha limitato l’azione di Puello, che ha dovuto ricorrere ai clinch per rifiatare.
Verso metà match, con bilancio in perfetta parità, Puello è apparso stanco e meno mobile, sopraffatto dall’incedere caotico ma inarrestabile di Matias. I colpi di Puello sono risultati in questa fase meno precisi, segno evidente di stanchezza. Matias ne ha approfittato per continuare la sua incessante opera di sfiancamento dell’avversario, incurante dei colpi poco efficaci del campione in carica.
Dall’ottava ripresa però Puello è sembrato scuotersi e, complice un po’ di stanchezza sopraggiunta a limitare l’azione di Matias, ha ripreso a lavorare in modo efficace, aprendo il round con una bella combinazione diretto jab diretto. Il mancino dominicano ha ripreso a muoversi in modo più continuo e a colpire con più precisione pulizia, evidenziando una tecnica certamente superiore al rivale. Lo stesso angolo di Matias ha pensato bene di redarguire il proprio pugile, motivandolo a lavorare maggiormente e in modo più preciso. Matias è però apparso stanco, poco lucido e senza un piano tattico alternativo. Al contrario, quello di Puello è stato chiaro: colpire e legare, per rifiatare e per spezzare l’azione avversaria. Difettando un po’ in potenza, il campione in carica ha dovuto affidarsi a qualche clinch di troppo per limitare l’azione del portoricano. Ma Matias non ha mai trovato contromisure al piano tattico di Puello.
L’undicesimo round ha certificato la superiorità di Puello, a giudizio di scrive evidente, aprendosi con un pregevole montante destro in uscita del campione, che ha scosso in modo evidente Matias.
Ancor più rigido sulle gambe, Matias ha provato a venire avanti, ma senza lucidità, venendo così colto senza difficoltà dai diretti e dal montante di Puello, ora rinfrancato e decisamente mobile sulle gambe, in modo da gestire la distanza a suo piacimento. Matias, esausto e in chiara difficoltà, è stato incapace di elaborare una qualunque variante al suo schema tattico.
Con una leggera ferita all’arcata sopraccigliare sinistra, Matias è quindi uscito dall’angolo per l’ultimo round gettandosi in avanti ma senza trovare colpi risolutori o significativi. Puello si è mosso di continuo, colpendo e uscendo, trovando spesso bersaglio, e a giudizio personale consolidando una prestazione che soprattutto nella parte finale lo ha visto prendere il sopravvento, come già accaduto negli ultimi due match, certificando la sua abilità nel gestire i championship round.
Poi, ecco sopraggiungere la sorpresa. Alla lettura dei cartellini, ecco un primo 114-114 che già avrebbe potuto fare storcere il naso, se non fosse per qualche round un po’ convulso tra colpi puliti e sporcati, e quindi di difficile assegnazione. Ma sono i due 115-113 in favore di Subriel Matias a lasciare basiti e a destare ben più di qualche perplessità. Il commentatore spagnolo, prima del verdetto ha sottolineato chiaramente quanto visto dai più: “dall’ottava ripresa a Matias si era esaurita la batteria”. Sulla stessa linea il giudizio di Sergio Mora, commentatore per Dazn, che non ha mancato di manifestare il suo scetticismo.
A giudizio di chi scrive, il match ha visto un chiaro vincitore e non era certamente Subriel Matias. Una vittoria per majority decision, per giunta ottenuta dopo una seconda fase di match in netto calando, è quanto di più distante si possa immaginare dal reale andamento del match. Senza nulla togliere alla prestazione coraggiosa e tenace di Matias, Il sottoscritto ha visto Alberto Puello vincere il match, con un cartellino che avrebbe potuto oscillare tra il 116-112 e il 115-113, in virtù di qualche round di difficile assegnazione. Ma non oltre: Puello ha messo in mostra una tecnica decisamente migliore e un piano tattico preciso evidenziato da una fase centrale meno attiva e da un grande crescendo finale. Ha messo i colpi migliori e come detentore della cintura non è stato sopravanzato in modo evidente, nemmeno lontanamente.
Ora si tratta di attendere e vedere se a Puello verrà concessa la possibilità di ottenere la rivincita e di riprendersi le cinture che ingiustamente gli sono state tolte.