Andrea Sarritzu risponde a otto luoghi comuni sul pugilato

Il pugilato è uno degli sport più antichi, nelle sue varie forma vanta una storia di più di 2000 anni e con il tempo si è progressivamente perfezionato. Ciò è avvenuto introducendo delle regole e avvalendosi di attenti studi sulla la tutela degli atleti, grazie anche al contributo di medici professionisti, in modo da fare sì che ogni singolo pugile, durante il suo percorso, possa stare tranquillo, mantenersi integro sia fisicamente che psicologicamente e gareggiare in sicurezza. Ciononostante, esistono ancora tanti luoghi comuni sul pugilato che ne danneggiano la reputazione e che tengono lontani alcuni ragazzi dalle palestre.

In questo pezzo, avvalendomi dell’esperienza maturata in 31 anni di carriera, da quando ero bambino a quando ho concluso la mia carriera professionistica, cercherò di rispondere alle voci più comuni associate alla Nobile Arte.

1) È vero che i maestri rompono il naso a chi inizia a praticare la boxe?

Non è assolutamente vero che i maestri rompono il naso agli atleti. Il naso si può malauguratamente rompere durante la formazione di un pugile tramite uno scambio intenso in preparazione, nel corso delle sessioni di sparring, oppure, come mi è capitato personalmente, durante un match.

2) Solo chi ha un’indole violenta può avere successo nel pugilato?

Non è vero che bisogna avere un’indole violenta; servono carattere, forza di volontà, ambizione, spirito di sacrificio e tanta fantasia. La violenza non fa parte di questo sport; al contrario, occorre essere molto equilibrati e rispettosi di se stessi e del proprio avversario.

3) I campioni europei e i campioni del mondo sono tutti dopati?

Assolutamente no. I campioni sono solo persone che con passione e determinazione inseguono un sogno che riescono a realizzare grazie alle loro doti e non al doping. Vengono eseguiti controlli antidoping prima dei match e durante gli allenamenti, anche a sorpresa, da parte di un medico incaricato dalla Federazione. Inoltre, al termine dei match importanti, il medico di riunione dell’evento esegue i controlli antidoping subito dopo la conclusione del combattimento, venendo a prenderti quando scendi le scale del ring.

4) Occorre odiare il proprio avversario per poterlo sconfiggere sul ring?

Non occorre affatto odiare il proprio avversario. Certamente ci vuole un po’ di rabbia (quanto basta); bisogna allenarsi, conoscere il pugilato in tutte le sfaccettature e con intelligenza tattica mettere in risalto le proprie doti.

5) Chi frequenta una palestra di pugilato tende a commettere atti di violenza nella vita comune?

Coloro che frequentano le palestre di pugilato difficilmente sono violenti o commettono atti di violenza. Al contrario, si acquisisce un equilibrio tale da controllare cattiveria o rabbia. Inoltre ogni maestro insegna che all’esterno non bisogna mai usare ciò che si impara in palestra, a meno che non serva per difendere se stessi o chi è più debole, in poche parole solo se si è costretti.

6) Il pugilato è uno sport non adatto alle donne?

Il pugilato è adatto a tutti: bambini, bambine, donne, uomini, ragazzi e ragazze. Per ognuno esiste un giusto metodo di allenamento. Io consiglio in special modo alle donne di praticare la boxe perché è un ottimo insegnamento per la difesa personale oltre a conferire autostima e sicurezza. Chi vuole spingersi oltre poi, può tranquillamente fare agonismo.

7) È impossibile coniugare studio e pugilato?

Bisogna sfatare questo mito secondo cui chi pratica boxe non possa studiare. Se guardiamo agli altri Paesi, in alcuni luoghi la boxe è direttamente inserita come sport da praticare per ottenere crediti negli stessi college! Oltretutto basta controllare nell’ultimo secolo quanti campioni del mondo erano laureati o erano quantomeno in possesso di un diploma di scuola superiore. Oggi, e non solo, la boxe non allontana il ragazzo dallo studio, occorre soltanto conciliare gli orari in base alle varie esigenze. Ovviamente tanto dipende dai genitori e anche dal maestro, che deve educare i suoi allievi e conoscere le loro aspirazioni.

8) I pugni presi fanno male?

Sì, i pugni fanno veramente male! Non c’è bisogno di rispondere in modo diverso, infatti è per questa ragione che ci si allena costantemente a schivarli!

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