Si è spento ieri all’età di 64 anni l’ex campione del mondo dei pesi leggeri Livingstone Bramble. Fu il primo pugile della storia dello Stato di Saint Kitts e Nevis a conquistare una cintura mondiale di pugilato ed è ricordato soprattutto per le sue due memorabili battaglie contro il popolarissimo Ray “Boom Boom” Mancini.
Bramble giunse alla chance mondiale nel 1984 con un record di venti vittorie, una sconfitta e un pareggio e alla vigilia del grande appuntamento esperti e appassionati lo consideravano nettamente sfavorito. Il campione WBA dei pesi leggeri Ray Mancini del resto veniva da una serie di vittorie molto convincenti e in carriera era stato sconfitto soltanto dall’immenso Alexis Arguello. Boom Boom era già in trattativa per sfidare il leggendario Aaron Pryor, ma aveva fatto male i suoi calcoli.
Incurante delle quote dei bookmaker, che lo davano perdente per quattro a uno, Bramble diede vita a una battaglia selvaggia aprendo una vistosa ferita sul volto del rivale nella frazione di apertura e demolendolo round dopo round fino al clamoroso KO tecnico siglato nel corso della quattordicesima ripresa.
La rivincita, disputata un anno dopo, fu altrettanto spettacolare ed emozionante e Bramble riuscì ad imporsi ancora una volta. Questa volta il pugile nevisiano non chiuse il match anzitempo e fu dichiarato vincitore soltanto dopo la lettura dei cartellini ufficiali che al termine delle quindici riprese previste lo vedevano in vantaggio di un solo punto.
Bramble riuscì così a solidificare il proprio status di pugile d’élite e dopo un’ulteriore difesa vittoriosa del titolo contro il mancino di Philadelphia Tyrone Crawley, i tempi parevano maturi per una riunificazione di altissimo interesse mediatico con il detentore della cintura WBC dei pesi leggeri Hector “Macho” Camacho.
L’atleta originario di Saint Kitts e Nevis tuttavia subì lo stesso destino crudele che era toccato a Mancini: proprio quando pareva in procinto di assicurarsi un match stellare con relativa borsa faraonica, perse la cintura contro ogni pronostico. Il responsabile in questo caso fu il portoricano dalle mani pesanti Edwin Rosario, dato perdente per quattro a uno dagli allibratori (proprio come Bramble due anni prima), ma capace di mettere fuori combattimento il campione in soli due round.
Dopo tale batosta le speranze di Livingstone Bramble di tornare ai vertici del pugilato si infransero contro il tignoso fighter americano Freddie Pendleton, classico pugile dal record “bugiardo”, che pur avendo subito tante sconfitte ha sempre fatto sudare ai suoi avversari le proverbiali sette camicie. Bramble ci combatté due volte, ottenendo un pareggio e una sconfitta per KO tecnico.
Da allora in poi le qualità atletiche del pugile nevisiano si deteriorarono progressivamente, al punto tale che ben presto Bramble divenne a tutti gli effetti un collaudatore, utilizzato dai pugili in rampa di lancio per acquisire esperienza e accrescere il prestigio del proprio record. Si ritirò dal professionismo nel 2003 con un curriculum finale di quaranta vittorie, ventisei sconfitte e tre pareggi.
Quand’era all’apice della sua traiettoria sportiva Bramble fece molto parlare di sé per le sue stravaganze tra cui spiccava la sua passione per i serpenti. Più volte il pugile nevisiano salì sul ring in compagnia di una delle sue creature e nel settembre del 1984 la celebre rivista americana The Ring lo mise in copertina con la cintura di campione del mondo su una spalla e un serpente avvolto attorno al collo.
Praticante di una dieta pescetariana, Bramble divenne noto anche per la sua passione per le maratone (ogni anno partecipava a quella dedicata alle celebrità della International Boxing Hall of Fame) e per la sua aderenza al rastafarianesimo. Il giornalista sportivo Brian D’Ambrosio scrisse e pubblicò la sua biografia intitolata “Rasta in the Ring: The Life of Rastafarian Boxer Livingstone Bramble“.
Pur essendosi coperto di gloria per un periodo relativamente breve, il pugile nevisiano è tuttora ricordato con affetto da un grande numero di appassionati che da ieri condividono messaggi di cordoglio e di vicinanza nei confronti della famiglia dell’ex campione. Certamente molti di loro in questi giorni rivedranno le due memorabili battaglie tra Bramble e Mancini, due combattimenti sensazionali che segnarono in maniera indelebile la storia della categoria dei pesi leggeri negli anni ’80.